Ravenna, apre la bombola del gas dopo la lite: tentato omicidio

Ravenna

RAVENNA. Aveva una bombola di gas liquido in mano, e dopo avere aperto la valvola aveva minacciato di fare saltare in aria la casa con lui e la moglie dentro. Un gesto inquietante, all’apice di un litigio di coppia che mercoledì scorso è costato l’arresto per un uomo di quasi 50 anni dell’Est Europa, da tempo residente a Lido Adriano. Se in prima battuta i carabinieri del nucleo Radiomobile lo hanno portato in carcere per maltrattamenti nei confronti dalla consorte (anche lei di origini straniere), nell’udienza di convalida tenuta venerdì il giudice per le indagini preliminari Janos Barlotti, ha deciso di convalidare l’arresto e di non liberare l’uomo. Ma ha anche esteso le accuse aggiungendone una ancor più pesante: quella di tentato omicidio.
Richiesta di aiuto
A fare arrivare sul posto la pattuglia dell’Arma era stata la donna, riuscita in qualche modo a sottrarsi alle minacce del marito, che la teneva sotto scacco impugnando un coltello. Era riuscita anche a raggiungere la bombola, del tipo di quelle usate per il campeggio, e a bloccare la fuoriuscita del gas chiudendo la valvola. Giunti all’ingresso dell’appartamento, i militari si erano trovati di fronte lo straniero, uscito dal garage con in mano un attizzatoio da camino. Era evidentemente ubriaco.
Una volta immobilizzato, i carabinieri avevano sentito la moglie. E dopo avere riferito dei maltrattamenti subiti aveva integrato le accuse in una dettagliata denuncia che ha messo nei guai fino al collo lo straniero. Ha lamentato di essere stata oggetto di maltrattamenti, oltre ad aver subito violenze sessuali in occasione di rapporti consumati contro la sua volontà. Ha inoltre spiegato che il marito avrebbe alzato le mani anche contro i figli, quando lei era fuori casa.
La difesa
Tutelato dall’avvocato Davide Baiocchi, lo straniero ha negato davanti al giudice che le sue intenzioni fossero quelle di uccidere la moglie; voleva “solo” farle paura, ha spiegato, aggiungendo che la valvola della bombola era leggermente aperta. È inoltre emerso in sede di udienza (il pm di turno era la dottoressa Angela Scorza) che aveva assunto alcuni medicinali per poi bere diversi bicchieri di vino.
L’uomo ha negato le violenze, spiegando che le discussioni tra lui e la moglie erano nate attorno al mese di aprile. In quel periodo era nata una forte gelosia nei confronti della compagna, tale da fare scoppiare discussioni.
Una realtà diversa, quella scritta nella denuncia depositata invece dalla moglie. Per il momento non rischierà di vedere in giro il marito, dato che non sono state individuate soluzioni alternative al tetto coniugale. Su questo fronte si sta muovendo la difesa, prima di chiedere la scarcerazione.

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