Ravenna, bolletta da 64mila euro. La piscina in sciopero

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Già lo sciopero era stato annunciato da qualche giorno, ma dopo la “sorpresa” arrivata con l’ultima bolletta, la piscina comunale “Gambi” oggi terrà a maggior ragione le porte chiuse e, di conseguenza, le vasche vuote. Erano previsti aumenti dei costi per il gas e la luce, ma con ogni probabilità non in questa misura, al punto che i gestori della struttura hanno pubblicato un post su Facebook, mostrando un confronto tra gli ultimi due anni. La bolletta relativa al dicembre del 2020 aveva toccato quota 14mila euro, mentre nello stesso mese del 2021 ha superato quota 64mila euro, per un impressionante aumento di più di quattro volte. Ben 50mila euro di differenza, che di fatto rende tutt’altro che vantaggiosa la gestione della piscina, con una sicura e ingente perdita.

Come sottolineato dal coordinamento Piscine dell’Emilia Romagna, attivo da venti mesi, «la manifestazione di protesta (denominata “6 febbraio piscine chiuse”, ndr) prevede la chiusura degli impianti e coinvolge la stragrande maggioranza dei gestori di impianti natatori regionali. Gestendo gli impianti in concessione pubblica, viene fornito un servizio essenziale in sostituzione dei Comuni, senza considerare che in due anni di pandemia dieci mesi sono stati passati a cancelli chiusi».

Se a tutto ciò si aggiunge il sensibile calo degli utenti registrato da marzo 2020, si capisce come la situazione sia diventata molto critica. «I costi causati dal caro bollette – spiega Fabrizio Berlese, direttore della piscina di via Falconieri – sono insostenibili. Nel 2019 abbiamo vinto la gara per l’assegnazione della gestione guardando dei numeri che non prevedevano un simile rischio imprenditoriale. Bisogna considerare che le tariffe per usufruire della piscina non vengono fissate da noi, ma dall’Amministrazione locale, così come non possiamo decidere sugli orari di apertura. Un privato può scegliere di chiudere qualche giorno a settimana, noi no».

A far intravvedere un timido raggio di luce in fondo al tunnel è comunque la disponibilità del Comune, che si è mostrato sensibile. «Qualche giorno fa abbiamo incontrato l’assessore allo sport Costantini e l’ingegner Savini, che si sono mostrati molto presenti. È chiaro però che il problema è rappresentato dal tempo, in quanto intanto queste bollette vanno pagate. Abbiamo calcolato che tra ottobre e dicembre si è registrato un aumento dei costi di circa 80mila euro. Non si può certo andare avanti così, anche perché tra pandemia, timori e persone che non possono più venire, in piscina c’è un calo del 30% degli utenti. Non dimentichiamo che qui lavorano 16 addetti e tutto il comparto sportivo muove società e atleti, agonisti o amatori. Per cui è assolutamente necessario che ci vengano riconosciuti dei contributi, perché in caso contrario sarà difficile arrivare a maggio – termina Berlese – quando è previsto il termine della nostra gestione».

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