Ravenna, benzina con la carta della municipale: in 3 nei guai

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È la più classica delle sviste in un’area di servizio: appoggiare il portafogli sul tettuccio dell’auto durante il rifornimento e ripartire scordandosi di rimetterlo in tasca. È meno frequente che chi lo ritrova, anziché restituirlo lo usi per fare il pieno; e ancor più raro, che la vittima sia un ente pubblico, in questo caso il Comune di Ravenna. È precisamente quanto accaduto il 14 giugno del 2021, nel distributore di benzina dell’Esp di Ravenna. Nel portatessere dimenticato da un agente della polizia locale c’era infatti la carta carburante con tanto di codice pin. Un’occasione alla quale non ha saputo resistere un’addetta alle pulizie in quei giorni in servizio all’Ipercoop, finita nei guai insieme al compagno e alla suocera per una serie di rifornimenti, riusciti e tentati, prima di essere identificati dalle telecamere. Ora devono rispondere a vario titolo di furto, indebito utilizzo di carte e ricettazione.

Rifornimenti a raffica

L’agente aveva denunciato lo smarrimento del portatessere un paio di giorni dopo il pieno di benzina. Era bastato un controllo per appurare che in quell’arco temporale qualcuno aveva utilizzato la carta. Dove? Sempre nello stesso distributore, ben munito di telecamere di sorveglianza. Era così bastato dare un’occhiata ai filmati per ricostruire tutta la dinamica: la dimenticanza, il portafogli di colore rosso che rotola a terra, e il passaggio, qualche ora dopo, dell’inserviente. La donna, 42enne, indossava ancora la divisa da lavoro, grazie alla quale è stato possibile risalire alla sua identità. Non bastasse, poco più tardi era tornata in auto, e dopo essersi guardata intorno aveva iniziato a fare qualche tentativo, cercando di combinare le tessere ai codici trovati nel portafogli. Concluso il rifornimento, deve aver pensato di fare scorta. Le telecamere puntate su di lei l’avevano inquadrata prendere una tanica di detergente dall’auto, svuotarla in un’aiuola e cercare invano di riempirla di benzina, operazione non riuscita in quanto aveva reinserito l’erogatore nella colonnina del distributore. Non contenta era tornata con il compagno e con la suocera, dando il via a un’altra serie di rifornimenti, diesel compreso (tentativi andati a vuoto, essendo la carta abilitata solo per la benzina verde). In totale, prima che la carta venisse bloccata, sono riusciti a fare rifornimenti per 74 euro. Una cifra tutto sommato esigua, che potrebbe andare a loro vantaggio nel processo davanti al giudice per l’udienza preliminare Sabrina Bosi, dove dovranno comparire il prossimo marzo, difesi dall’avvocato Massimo Martini.

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