Ravenna. Autorità portuale, il Covid fa perdere un milione di euro

Quasi un milione di euro in meno è entrato nelle casse di Autorità portuale, rispetto a quanto previsto, a causa dell’emergenza sanitaria. È quanto si evidenzia nel rendiconto generale dell’ente portuale, approvato nei giorni scorsi: a fronte di 18,24 milioni di euro previsti, le entrate sono state pari a 17,185 milioni. I minori traffici hanno causato una contrazione delle entrate tributarie legate al movimento portuale.

Il peso dei decreti

Anche la disapplicazione della tassa di ancoraggio prevista dal decreto Cura Italia ha causato una flessione generale delle entrate. Un altro decreto governativo legato al Covid (quello denominato “Rilancio”) è pesato invece sul leggero calo delle entrate annualmente inserite nel bilancio dai canoni di concessione delle aree demaniale: era prevista infatti una riduzione dell’importo per quei concessionari che avevano subito una diminuzione del fatturato pari o superiore al 20% rispetto all’anno precedente. Lo scostamento è in questo caso limitato: sono entrati infatti 4,175 milioni a fronte dei 4,315 dello scorso anno.

Il fondo per i lavoratori

Il decreto Rilancio ha inciso anche sulle uscite: era previsto per fronteggiare le conseguenze della pandemia sull’occupazione un contributo di 90 euro per ogni lavoratore in relazione a ciascuna giornata di lavoro prestata in meno rispetto al corrispondente mese del 2019. Alla fine Autorità portuale ha stanziato un totale di 988.200 euro nei confronti dell’unica azienda che al porto ravennate svolge questo tipo di osservazione.

Aumento personale

Nonostante l’emergenza sanitaria, Ap ha continuato ad implementare la pianta organica che ora conta un totale di 79 persone oltre al segretario generale.

Confronto fra porti

Per quanto riguarda invece l’andamento del porto, Ravenna si colloca all’ottavo posto in Italia per movimentazione ed è prima per il traffico di rinfuse solide e merci varie. Il calo del traffico, come già comunicato da Ap, è stato pari al 14,7 per cento. Soprattutto gli sbarchi sono stati penalizzati nel periodo compreso tra marzo e giugno.

Container in crisi

La situazione attuale continua a preoccupare soprattutto sul fronte dei container: «La catena logistica è di nuovo sotto stress, con difficoltà paragonabili in alcuni settori a quelle sperimentate la primavera scorsa in seguito all’esplosione della pandemia - si legge nel documento generale redatto dall’ente di Via Antico Squero -. Negli ultimi due mesi il costo dei trasporti dall’Asia è più che quadruplicato, diventando così alto da superare in alcuni casi il valore della merce scambiata, e i ritardi sulle consegne si stanno allungando: una situazione sempre più pesante per le aziende, costrette in questo periodo a confrontarsi anche con l’impatto della Brexit e con la sfida epocale della distribuzione dei vaccini anti-Covid».

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