Ravenna, accolto il ricorso della Mib Annullata parte del sequestro
Per capire quali sono stati gli aspetti sui quali hanno fatto breccia i ricorsi dei legali, si dovranno attendere le motivazioni del dispositivo.
La strategia difensiva
Il ragionamento generale sul quale i difensori sostenevano l’illegittimità del provvedimento cautelare, verteva sul fatto che non si potesse chiedere alla Mib il pagamento di quanto - secondo l’accusa - evaso dai clienti, vale a dire le 122 imprese inserite nel settore turistico, della ristorazione e dell’intrattenimento. Aziende che tuttavia - questa l’evidenza rimarcata dall’indagine partita nel dicembre del 2017 e svolta dal nucleo Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza - hanno ottenuto vantaggi fiscali appaltando la gestione del personale alla società ravennate. Eppure - esponeva in sintesi il ricorso - la Srl ha pagato negli anni dal 2013 al 2017 milioni di euro di oneri tributari, senza mai realizzare alcun risparmio fiscale, tant’è che - prosegue la tesi dei legali - attualmente non ci sarebbe alcuna pretesa tributaria dall’Erario.Interrogatori e avvisi di garanzia
Nel frattempo l’effetto domino dell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Alessandro Mancini e dal sostituto procuratore Monica Gargiulo continua a coinvolgere imprenditori e titolari delle attività che negli anni sono entrate nel corposo portfolio di clienti della Mib, con interrogatori e avvisi di garanzia. L’elenco delle aziende contempla locali e imprenditori noti nel tessuto economico della Riviera, con ristoranti, discoteche, hotel e pub in piena attività.Secondo l’accusa, il meccanismo architettato dalla Mib prevedeva la sottoscrizione con i clienti di un contratto di appalto di servizi, che portava all’assunzione dei dipendenti e in certi casi anche dei soci o amministratori delle società committenti. Tuttavia, di fatto, i lavoratori continuavano a ricevere direttive dai titolari delle aziende appaltanti, non cambiavano le proprie mansioni e nemmeno i compensi. In certi casi neppure sapevano del passaggio alle dipendenze della Mib. Le imprese ci guadagnavano sotto forma di sgravio dagli oneri contributivi, previdenziali e assistenziali legati al contratto di lavoro dipendente. Non solo, potevano abbattere il reddito inserendo il costo dei servizi offerti dalla Srl. Infine potevano detrarre l’Iva relativa alle fatture emesse dalla Mib, vantando così un credito che altrimenti non avrebbero avuto.
Per la Procura non c’è dubbio che si trattasse di una macchinazione ben studiata. Tant’è che tra i reati contestati a tutti e cinque i principali indagati, figura anche l’associazione per delinquere, oltre (a vario titolo) a quelli di dichiarazioni fraudolente ed evasione delle imposte tramite emissione di fatture inesistenti. FED.S.