Ravenna, abusi su figliastra. Dopo condanna tornano nella stessa casa

Ravenna

RAVENNA. È scappata di casa rifugiandosi dal fidanzatino. E quando i carabinieri sono andati a prenderla per riportarla dalla madre che preoccupata li aveva avvisati, ha accusato il convivente della donna: l’uomo che praticamente l’aveva vista crescere sostituendosi di fatto al padre naturale si sarebbe spinto a suo dire verso di lei con attenzioni sempre più audaci, arrivando a spogliarla in camera da letto e a toccarla nelle parti intime. Un’accusa che venerdì è costata al patrigno ultracinquantenne la condanna a due anni per violenza sessuale. Una pena inferiore ai 6 anni chiesti dal sostituto procuratore Antonio Vincenzo Bartolozzi, alla luce della valutazione del collegio penale presieduto dal giudice Antonella Guidomei (a latere i colleghi Andrea Chibelli e Natalia Finzi), che dopo oltre due ore di camera di consiglio, lo hanno ritenuto sì colpevole, ma ascrivendo i fatti nella cosiddetta “ipotesi lieve” del reato descritto dall’articolo 609 bis del codice penale. Tanto che ora la vittima, divenuta maggiorenne e costituitasi parte civile, è tornata a vivere sotto lo stesso tetto dal quale all’epoca era fuggita.

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