Ravenna, a Palazzo Guiccioli anche un ristorante da cento coperti

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Il rush finale per il completamento dei restauro del Palazzo Guiccioli, previsto per i primi mesi del 2023, non significa solo arte e cultura, con la realizzazione di due musei (quelli su Byron e sul Risorgimento) e altri spazi dedicati alla storia (sezione dedicata a Garibaldi, uffici della Byron Society e un museo della Bambole), ma anche ristorazione e vendita di prodotti tipici. All’interno dell’enorme edificio inserito nel centro storico, tra le vie Cavour e Morigia, saranno presenti infatti anche tre diverse attività: un ristorante, che verrà chiamato Taverna Byron, un bar-vineria e una bottega-negozio.

Come sottolinea Massimo Serena Monghini, che gestirà le attività assieme ai soci Lucio Fossati e Bianca Scudellari, «siamo molto contenti della ripresa dei lavori e in questi giorni ci siamo incontrati tra di noi proprio per definire una sorta di piano di azione. Se si riuscisse a partire nel febbraio-marzo del prossimo anno sarebbe l’ideale, perché ci permetterebbe di avere un periodo di rodaggio in vista della primavera, quando a Ravenna si raggiunge il clou della stagione turistica».

Il “pezzo forte” delle attività ricettive non potrà che essere la Taverna Byron, un ristorante che conterà su circa un centinaio di coperti, distribuiti tra gli spazi sotterranei (si trovano a circa un metro e mezzo sotto il livello di via Cavour) e quelli esterni. «Chi pensa a cunicoli stretti e bui si sbaglia – specifica Monghini – in quanto si tratta di stanze di ampiezza medio-grande, con una certa altezza del soffitto, con volte a pietre a vista. Non penso quindi che ci sarà una sensazione di chiuso. Qui ci sarà spazio per una settantina di coperti, mentre gli altri trenta saranno nella corte interna del palazzo».

Nei giardini, inoltre, sotto il porticato si troverà una zona riservata anche ai tavoli del bar-enoteca, nei cui pressi sarà presente il negozio. «Se il ristorante avrà una propria vita autonoma, con apertura a pranzo e a cena, il bar e la bottega saranno più coordinati con i quotidiani orari dei musei. In entrambe le attività sarà il vino a farla da protagonista, oltre ovviamente ai prodotti tipici romagnoli. Sullo stato di realizzazioni dei locali siamo messi bene soprattutto per quanto riguarda la Taverna Byron, che dobbiamo iniziare ad arredarla, mentre il bar e la bottega sono ancora in fase di realizzazione».

Proprietario anche dell’Osteria del Tempo Perso, per Monghini si preannuncia un doppio impegno. «Sì, perché con l’osteria siamo al diciottesimo anno di esistenza e si continuerà ad andare avanti, puntando soprattutto sul pesce. Diciamo che si sposerà bene con l’attività della Taverna, dove il menù sarà più caratterizzato invece dalla carne e dalla cucina romagnola. Nella gestione mi dividerò i compiti con Lucio Fossati e Bianca Scudellari – termina – e sarà una bella sfida, a partire dalla creazione di uno staff di circa quindici dipendenti, considerato che in questo momento non è facile trovare cuochi e camerieri».

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