Ravenna, a marzo la mortalità è tornata ai livelli pre-pandemici

RAVENNA - A marzo il numero di decessi totale a Ravenna è tornato in linea con la media pre pandemia, ovvero degli anni tra il 2015 e il 2019 presi in considerazione dall’Istat come riferimento per fare il confronto con la mortalità negli anni dell’emergenza. Buone notizie per la provincia di Ravenna: a fronte di un forte rialzo dei casi di Covid, spinti dalla variante Omicron per tutto il mese di gennaio, non c’è stata un corrispondente aumento dei decessi nel periodo successivo.

A certificarlo è l’ultima analisi dell’istituto nazionale di statistica, con i dati aggiornati a marzo del 2022 che fornisce un dato fondamentale: quel mese i decessi totali in provincia sono stati 429. Numero in linea quasi perfetta rispetto ai tempi in cui la parola “coronavirus” era conosciuta solo dagli addetti ai lavori e la mortalità media di marzo a Ravenna si assestava a 426 unità. Il dato è importante perché certifica come non ci sia stata una crescita di decessi nonostante le migliaia di persone che ogni giorno venivano contagiate dalla variante Omicron a gennaio. Anche febbraio 2022 è stato un mese in linea con l’epoca pre covid: 432 decessi totali contro i 422 di media. Le dinamiche dei decessi, che abbiamo ormai imparato a conoscere in due anni di emergenza, dicono che l’aumento dei morti si comincia a vedere uno o due mesi dopo il picco massimo dell’ondata relativa. Un esempio? Quella del tardo autunno del 2020 provocò a gennaio dello scorso anno 649 decessi contro i 488 di media. Tuttora il massimo registrato. Nel gennaio del 2022 i decessi sono stati 528, in questo caso una trentina sopra la media.

Questa dinamica è spiegabile, come del resto più volte sottolineato anche dall’Ausl Romagna, con la distribuzione della cosiddetta “terza dose” di vaccino che è iniziata a novembre ma che ha visto un gran numero di persone vaccinarsi soltanto quando alla fine del 2021 i casi sono aumentati in modo esponenziale.

Tra dicembre e gennaio in molti si sono contagiati, portando ad un aumento dei ricoveri e dei conseguenti decessi, mentre tra febbraio e marzo, con la popolazione in gran parte vaccinata e quindi al sicuro dalle conseguenze peggiori del virus, le morti totali hanno visto una situazione in linea con quella degli anni precedenti. Anche le statistiche certificano in altre parole l’importanza della vaccinazione per prevenire gli effetti peggiori della malattia. I dati sulla mortalità complessiva dell’Istat sono i più indicativi per capire l’impatto della pandemia sui decessi perché, al loro interno, ci sono sia le persone morte per aver contratto il virus sia quelle decedute per motivi connessi all’impatto dell’emergenza sul sistema sanitario.

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