Ravenna, a giudizio il cancelliere uscito dall'ufficio per la spesa

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Al termine dell’udienza preliminare davanti al giudice Sabrina Bosi e al sostituto procuratore Cristina D’Aniello, è stato rinviato a giudizio il cancelliere del Giudice di Pace accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato. L’uomo, assistito dall’avvocato Stefano Dalla Valle, comparirà in aula a dicembre. Secondo le accuse, nella primavera del 2020 si sarebbe assentato più volte dall’ufficio in orario di lavoro e senza timbrare il cartellino. E in alcune di queste uscite avrebbe fatto la spesa in un vicino supermercato. Il fascicolo aperto dall’allora procuratore capo Alessandro Mancini, parla di assenze di varia durata nell’arco di 12 giorni, tra il 5 e il 20 marzo. Si va dai 4 minuti conteggiati il 5, poi 12 il giorno successivo, fino al picco di 20 minuti riscontrati il 16 e il 20 marzo. In tutto, nelle otto uscite effettuate in quel periodo ristretto, sarebbero stati 101 i minuti di assenza ingiustificata. Un lasso temporale ritenuto sufficiente a reggere l’accusa di avere indotto in errore la pubblica amministrazione con “artifici e raggiri” consistiti nell’omessa timbratura del badge, attestando falsamente la presenza in ufficio. Anche perché quelle due ore scarse, secondo il giudice, sarebbero state solo la «punta di un iceberg».

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