Ravenna, 54 decessi in tre settimane a causa del coronavirus

In tre settimane, 54 morti. Il dilagare del contagio in provincia di Ravenna ha portato al decesso di quasi tre persone al giorno e i numeri in questo territorio sono ancora più impressionanti se si pensa che sono aggiornati al 15 novembre scorso e nel frattempo ne sono stati comunicati altri nove. Uno di loro è un cinquantenne lughese, a quanto si apprende senza importanti patologie pregresse.

I numeri comunicati nel bollettino settimanale dell’Ausl sono impressionanti soprattutto se si pensa che, fino al 25 ottobre, i decessi per Covid 19 a Ravenna erano 87. Significa che la seconda ondata ha causato finora quasi il 40 per cento delle vittime totali dall’inizio dell’epidemia. Nelle stesse tre settimane, i decessi a Rimini sono stati 31, quelli a Forlì 14 e a Cesena 11.

I numeri nei comuni

La città dove si sono registrati più morti è il capoluogo (17 decessi) ma quella più colpita se si considera la consistenza della popolazione è Alfonsine: 13 i dcessi nel comune che paga, un po’ come era successo a Russi nella prima ondata, il fatto che il coronavirus sia entrato a metà ottobre in una casa per anziani, la Cra Boari. Molti i morti anche a Lugo: fino al 25 ottobre i decessi per coronavirus erano quattro, il dato aggiornato al 15 novembre ne conta nove in più. Otto i decessi a Faenza, due quelli a Fusignanno e a Conselice. Una vittima di Covid ciascuno nelle ultime settimane anche a Bagnacavallo, Conselice, Castel Bolognese e Sant’Agata sul Santerno.

Morto un cinquantenne

Nella giornata di ieri la Regione ha comunicato altri due decessi: si tratta di un 88enne ravennate e di un cinquantenne lughese. Si tratta di una delle vittime più giovani di Covid 19 a Ravenna. Non aveva patologie importanti, secondo quanto si apprende. Pochi giorni fa lo stesso cinquantenne aveva perso un parente stretto - di 62 anni - sempre a causa del coronavirus. Lunedì erano stati comunicati altri sette decessi in provincia di Ravenna.

Calano i tamponi positivi

Gli stessi dati dell’Ausl Romagna mostrano invece una flessione del tasso di tamponi positivi sul totale, ora al 10,3% (la settimana scorsa era il 10,5%). Ravenna non è più la provincia peggiore da questo punto di vista (superata da Rimini e Cesena). Aumenta invece il tasso di positività sul totale dei residenti: i nuovi casi positivi sul totale, negli ultimi sette giorni analizzati dall’azienda sanitaria, sono 32,42 ogni diecimila abitanti. Solo Rimini fa peggio. La percentuale di asintomatici è del 46%: il più alto tra gli ambiti romagnoli.

A livello romagnolo, sottolinea il direttore dell’Ausl Mattia Altini, «gli indicatori sono più positivi rispetto al resto della regione, in particolare dal punto di vista dei ricoveri ospedalieri . Ciononostante i valori assoluti dei contagi restano alti, e conseguentemente pure i numeri di ricoveri, che anche nella settimana scorsa sono aumentati, mantenendoci nel 'livello rosso' del Piano dinamico per gli ospedali. Una ulteriore crescita di ricoveri significherebbe limitare di conseguenza il resto dell'attività sanitaria extra - covid, ovviamente per le prestazioni non urgenti, ma questa è una situazione che vogliamo evitare a tutti i costi». Anzi vogliamo continuare, come stiamo facendo, ad erogare il maggior numero di prestazioni sia per completare il recupero di quelle saltate durante i mesi della 'prima ondata' e per le nuove prenotazioni. Come detto stiamo lavorando sfruttando ogni potenzialità per implementare sempre più il contact tracing in modo da individuare il maggior numero di casi possibili in fase iniziale così da poterli gestire a domicilio, e stiamo sempre più attivando strutture come le Cra covid per pazienti fragili e paucisintomatici»«.

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