Rapporto ostacolato dal marito

Tre anni fa, lavorando ad un convegno, ho conosciuto uno dei relatori. Dovevo occuparmi della sua ospitalità per i pochi giorni in cui restava in Italia. È nato un rapporto di stima, non so nemmeno se definirlo di amicizia: lui è più grande di me di quasi 30 anni e i suoi discorsi e la sua cultura mi hanno affascinato.
Abbiamo avuto belle conversazioni e nulla più: è tornato in Inghilterra (è italiano, ma vive lì) e da allora ci sentiamo via mail e ci siamo rivisti una volta, quando con la moglie è venuto dai parenti. Li ho accompagnati a Venezia dove la moglie non era mai stata. Tutto bene, se non fosse che di punto in bianco mio marito mi ha chiesto di troncare qualsiasi comunicazione con quest’uomo (e pure con la moglie da me conosciuta di recente) perché questo rapporto, parole sue, “lo mette a disagio”.
Sono rimasta di sale e ho fatto presente che non faccio niente di male e non vedo perché dovrei sparire dal radar di questi conoscenti, ma in realtà i familiari e gli amici sono compatti nel dargli ragione, sostenendo che “non va bene” che due persone impegnate si sentano e si scrivano. Io resto della mia idea, e mi sono quasi offesa, ma qualche dubbio me lo stanno facendo venire.
Camilla

Cara amica, pure io mi sentirei offesa, e mi verrebbe da rispondere al marito “a disagio” che quello è un suo problema. E poi, i parenti e gli amici che tipo coro greco sostengono che una cosa “non va bene” mi indurrebbero a un repulisti globale, se non fosse che con i parenti spesso non è possibile. Io non so come sia questo marito, se molto geloso o magari solo un po’ influenzabile dai commenti “della gente” (che, ricordiamo con Faber, “dà buoni consigli se non può più dare il cattivo esempio”). Spero insomma ci siano i margini per sedersi e fare due chiacchiere spiegando che la vita è la sua, le amicizie pure, e che lei non è una minorenne cui un padre apprensivo possa vietare di sentire questo o quello. Se invece la situazione è collegata al possesso e questo marito, cui lei non ha nascosto nulla, le dà degli aut aut e le intima di troncare rapporti, mi urta il sistema nervoso - per dirla in slang - il solo pensiero, e a disagio mi sento io per lui. Non scherziamo, eh: si tenga le sue amicizie, e alle prossime rimostranze del coro greco sorrida come avesse una paresi e sottolinei che lei non è come loro, e non farebbe quello che farebbero loro.
Usi la tecnica che io chiamo Gianni Morandi Social, il quale risponde alle peggiori cose gli vengano scritte (come si possa essere haters di Morandi non so, solo Piero o Alberto Angela potrebbero scoprirlo) con “grazie cari amici, un abbraccio” (poi può aggiungerci anche “foto di Anna”, ma questo è facoltativo).
Ci fa sapere come è finita?

affetticollateralicorriere@gmail.com

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