Ragazzini: "Tra i pazienti di noi medici ci sono "no vax" pentiti"

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«Un uomo che è stato ricoverato per Covid mi ha chiamato e mi ha chiesto scusa. Scusa per non aver seguito il mio consiglio di farsi il vaccino. La malattia l’ha provato tantissimo e appena si è ripreso ha chiesto subito che la moglie e il figlio si facessero vaccinare». Marco Ragazzini, segretario provinciale di Fimmg, il sindacato dei medici di medicina generale, racconta un episodio accaduto nelle ultime settimane a un suo paziente, a Forlì, precisando subito che la stessa cosa è successa «ad altri colleghi». La causa, purtroppo, è da individuare nel fatto che il Covid «oggi colpisce anche i 40enni e i 50enni, che senza il vaccino possono contrarre il coronavirus anche in forma molto grave. Il virus mutato è pericoloso per tutti».

Il fatto che lunedì 13 ricominci la scuola e gli studenti riprenderanno le lezioni in presenza preoccupa i medici?

«Chi fa questo mestiere è costantemente in allerta. Lo dimostrano i numeri sulle dimissioni e la carenza di medici di base giovani, insufficienti per sostituire tutti coloro che dopo l’ondata del Covid hanno scelto il pensionamento anticipato. Nonostante la popolazione abbia iniziato a vaccinarsi, la preoccupazione per la riapertura delle scuole resta. Innanzitutto perché i bambini sotto i 12 anni non si possono vaccinare, e poi perché ci sono ancora troppe persone tra i 40 e i 50 anni che non si sono vaccinate, persone che potrebbero propagare il virus, magari contratto dai bambini a scuola».

Mascherina e distanziamento tra i banchi non sono sufficienti a evitare il contagio?

«Il problema non è durante la lezione, ma all’uscita e all’entrata, al momento dei saluti, soprattutto per i bambini più piccoli, che ricercano di più il contatto, anche con le insegnanti. Gli adolescenti invece si spera siano vaccinati».

I pazienti si rivolgono a voi per chiedere informazioni sulla vaccinazione?

«Sì, nell’ultimo periodo l’attenzione è aumentata. È il momento del “titubante vaccinale”: colui che non è no vax, ma che non si fida. L’imminente riapertura delle scuole e l’introduzione del green pass per gran parte delle attività sociali però sta facendo sì che in molti si decidano. In realtà spesso il convincimento passa anche attraverso una chiacchierata con il proprio dottore. Noi medici di base ci stiamo impegnando molto in questo: siamo gli unici di cui i pazienti si fidano e spesso, portando dati e argomentazioni, le persone si convincono».

Qual è l’argomentazione vincente?

«I rischi della malattia. Facciamo presente che chi l’ha contratta in forma grave, anche se è sopravvissuto, dopo un ricovero di tre settimane non è quello di prima. Spesso chi si focalizza sui rischi del vaccino non pensa a quanto la malattia da Covid sia una bruttissima esperienza. Non pensa a quanto sia pericolosa. Alcuni dicevano “io non sono vecchio, e muoiono solo i vecchi”, una frase che oltre che essere disumana oggi non è nemmeno più vera. In ospedale ci finiscono i 40enni senza vaccino, e altri muoiono. Alcuni no vax si sono redenti di fronte a queste evidenze. Poi bisogna ricordarsi che il Covid è un virus che cambia in fretta. Chi lo dice che i ragazzi sono sicuri? Io lo dico sempre: il vaccino serve ad addestrare il sistema immunitario arcaico a difendersi da una malattia modernissima. E siccome il ricovero ospedaliero ha un costo altissimo, credo che sarebbe il caso di istituire un’assicurazione obbligatoria per chi non vuole vaccinarsi. La scelta di non immunizzarsi è una manifestazione di libertà, ma non è giusto che i costi delle loro cure ricadano sulla collettività».

Sono 18 i nuovi casi a Forlì: vuota la Rianimazione

Sono 18 i nuovi casi di Covid-19 registrati nelle ultime ore nel comprensorio forlivese. Si tratta di un contagio individuato a Bertinoro e Forlimpopoli, due a Castrocaro e Meldola e 12 a Forlì. In tutta la provincia le diagnosi sono invece 31 e si segnalano 57 guarigioni e un decesso a Cesena. In regione il numero delle diagnosi di Covid è pari a 545, emerse su un totale di 34.857 tamponi eseguiti. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è di 1,5%. I casi attivi, cioè le persone attualmente positive, ammontano a 16.639, 151 in più rispetto a venerdì. I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 49, numero invariato rispetto a ieri, mentre 396 quelli negli altri reparti Covid, che crescono di una unità. Nessuno è attualmente è ricoverato in Terapia intensiva nell’ospedale di Forlì, mentre a Cesena scende a uno il numero dei posti letto occupati.

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