“Se questo è amore”, cinque facciate per raccontare la violenza alle donne a Cesena

CESENA. “Se questo è amore”. È il titolo di un concorso letterario sulla rampa di lancio, su iniziativa dell’associazione cesenate “Perledonne”. Ma in quelle parole - fa notare Sandra Canduzzi Pieri, che lo ha caldeggiato e organizzato - «è racchiusa già in sé una risposta dolce-amara. Come dice Mariangela Gualtieri, è amore se siamo capaci di essere insieme acqua e moto, sale e onda».
E invece troppo spesso non è così, e anzi quello che viene definito impropriamente amore si rivela un incubo. Da qui l’idea di addentrarsi attraverso la strada del racconto in questa sfera intima ma con riflessi sociali al tempo stesso, con l’invito a chi parteciperà al concorso a «non sovraccaricare, non incupire, non fare cronaca nera», perché «trattare l’argomento delle prevaricazioni di genere col distacco e la leggerezza del linguaggio letterario non significa privare il messaggio della sua funzione educativa».

Canduzzi Pieri introduce così il tema: «Ricordo nella felice epifania dei primi amori l’improvviso riconoscersi, il concedersi, il confidarsi, il promettersi legami eterni. Ma queste relazioni, quando sono insidiate dalla gelosia, dai tradimenti e da un generico disturbato malessere, possono sgretolarsi e finire nella violenza del maschio sulla donna. Violenza che non è il frutto di una disubbidienza, una manchevolezza, ma è violenza gratuita, insensata, in cerca di pretesti che nel recinto chiuso delle mura domestiche può arrivare all’omicidio».
La visione di Canduzzi Pieri sul rapporto tra il genere maschile e quello femminile è complessa: «Naturalmente c’è donna e donna come c’è uomo e uomo: l’individuo conta più del genere, ma ho sempre avuto l'impressione che i maschi fossero molto diversi da noi. Ne ho avuto la certezza solo quando ormai era troppo tardi per farmene una ragione. I maschi, rilassati e lineari, sono estranei alla nostra visione emotiva dei sentimenti. Poco inclini ai sensi di colpa, possono candidamente lasciarsi andare alle loro infedeltà. Così auto assolti ai loro occhi e sempre forniti di buone ragioni, faticano a comprendere le esigenze o le sofferenze dell'altro. Invece l’altro deve essere concepito veramente come “altro” e non come cosa propria di cui si può disporre a piacimento».

Segue un riferimento a due totem del cinema e della letteratura per evidenziare quanto l’argomento sia da tanto tempo al centro di riflessioni: «Sul tema dell’identità del maschio in “Otto e mezzo” il racconto felliniano ci mostra un uomo, Mastroianni, con le donne della sua vita: un maschio in un harem, che vuole tutto senza pagarne le conseguenze. Anche ne “I promessi sposi” - prosegue Canduzzi Pieri - Manzoni esplora le diversa tipologie del maschio. Quando l’Innominato davanti a Lucia, indifesa, scopre di provare un moto di compassione, teme di non essere più uomo».
Conclusione: «Nell’emancipazione della specie il percorso di emancipazione dei maschi è ancora lungo, e non è facilitato se l’emancipazione della donna seguirà, come purtroppo accade spesso, percorsi maschili».
Il concorso lanciato da “Perledonne”, che vuole essere un’occasione per sviluppare il dibattito su questa realtà complessa, è aperto a tutti e la partecipazione è gratuita. Le composizioni non devono superare le cinque facciate. Ogni concorrente potrà partecipare con un solo elaborato inedito, che non sia stato premiato in altri concorsi, né pubblicato su giornali, riviste, libri e siti web. Il racconto, recante l’indicazione “Premio letterario Se questo è amore”, dovrà essere indirizzato all’associazione “Perledonne”, presso l’Assiprov di via Serraglio 18, entro il 15 marzo. Le premiazioni avranno luogo il 16 maggio, alle 17, presso l’Abbazia del Monte.
Per ulteriori informazioni, 336-648777.

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