Pulitzer e World press photo, intervista al lughese Lorenzo Tugnoli

LUGO. Anno memorabile per il lughese Lorenzo Tugnoli, 39 anni, che vince il premio giornalistico Pulitzer, categoria “Feature photography”. Ha raccontato con le sue foto la crisi umanitaria e la fame in Yemen. «Per un superbo racconto fotografico della tragica carestia nello Yemen, realizzato attraverso immagini in cui la bellezza e la composizione si intrecciano con la devastazione», queste le motivazioni della giuria.
E il reportage realizzato per il quotidiano Washington Post gli è valso non solo il famoso premio giornalistico, ma anche il World press photo 2019 (il massimo riconoscimento per un fotografo professionista) nella sezione “Stories” della categoria “General news”. L’editing presentato alla fondazione olandese che assegna il premio è stato costruito dal fotografo insieme a Giulia Tornari, direttrice dell’agenzia Contrasto (per la quale Tugnoli lavora dal 2017), assortendo frammenti di diversi reportage scattati nel Paese. Un lavoro che gli è valso i due riconoscimenti, sorta di “Nobel” del giornalismo internazionale.


Tugnoli ha seguito la crisi a distanza di quattro anni dall’inizio del conflitto in Yemen, dove oltre 20 milioni di yemeniti, circa due terzi della popolazione, non hanno abbastanza da mangiare. Nella maggioranza dei casi il problema non è legato alla completa mancanza di cibo ma al fatto che è inaccessibile economicamente. La coalizione guidata dai sauditi, che appoggia il governo dello Yemen, ha imposto restrizioni sulle importazioni, inclusi cibo, medicine e carburante, per tentare di bloccare i ribelli conosciuti come Huthi. La conseguente impennata nei prezzi ha dato luogo a quella che le Nazioni Unite definiscono «la catastrofe umanitaria più grave al mondo». Migliaia di bambini stanno morendo a causa di malattie legate alla malnutrizione. Nei villaggi più remoti spesso i genitori sono costretti a decidere quali figli salvare e quali no.


Tugnoli, che collabora con il Washington Post dal 2012, su commissione del quotidiano americano si è recato nello Yemen, per la prima volta, nel 2018. Lui stesso afferma: «Nonostante spesso ci si riferisca al conflitto yemenita come a una “guerra civile”, agli yemeniti non importa granché di questa guerra; se gli Stati Uniti smettessero di sovvenzionare l’Arabia Saudita, il conflitto si spegnerebbe domani».
Lo scatto vincitore è quello di una mendicante che Lorenzo ritrae di fronte a un banchetto di frutta, con il niqab mosso dal vento.
Tugnoli si era già messo in luce durante il G8 di Genova e poi in Chiapas, fotografando i ribelli zapatisti. Poi ha lavorato in Iraq, Siria, Afghanistan (ha vissuto 4 anni a Kabul) e Medio Oriente, dove vive dal 2015, a Beirut. Ha pubblicato nel 2014 The little book of Kabul, con il quale traccia un ritratto della capitale afgana attraverso la vita degli artisti che vivono in città.
Al fotografo sono arrivate anche le congratulazioni del suo Comune di nascita: «L’Amministrazione comunale di Lugo formula le sue più sentite congratulazioni a Lorenzo Tugnoli, onorata nel vedere la città di Lugo legata a un professionista del suo calibro e a un riconoscimento importante come il Premio Pulitzer. Per l’Amministrazione le foto che hanno permesso a Lorenzo di arrivare a questo ambito premio denotano il grande talento e la professionalità del fotografo lughese».

L'intervista al fotografo lughese nell'edizione di mercoledì 17 aprile del Corriere Romagna.

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