Pug Imola, disponibili 2300 alloggi e 97 fino al 2050

Altri 2.300 alloggi e 97 ettari ancora disponibili per le aree produttive fino al 2050. La presentazione ieri in commissione consigliare degli orientamenti strategici del Pug, il Piano urbanistico generale del Circondario, è stata l’occasione per fare una stima di cosa significhi in concreto quell’obbligo di contenere il consumo di suolo entro il 3% del territorio già urbanizzato. Una condizione della legge regionale 24 del 2017 da cui prende l’avvio questo strumento di pianificazione urbanistica, la cui «mission» si può riassumere così per l’assessore all’Urbanistica di Imola Michele Zanelli. «Ridurre il divario socio-economico tra i Comuni maggiori sulla via Emilia e quelli minori in pianura e in vallata, valorizzare le qualità attrattive del territorio, attirando nuovi investimenti da concentrare negli hub principali di Imola e dell’area San Carlo, rigenerare gli ambiti già urbanizzati e migliorare la qualità urbana e ambientale il più possibile».

Città futura: le cifre

Al 1° gennaio 2018, data fissata dalla legge, il Comune con le sue frazioni contava 1.900 ettari già urbanizzati o oggetto di piani in corso, e altri 72 con nuove previsioni già avviate, di cui circa 50 a destinazione produttiva o terziaria e una ventina residenziale. Come, ad esempio, l’area della Carlina in Pedagna. «Sommando quanto c’è ancora da realizzare, cioè che non è stato costruito, sul fronte residenziale restano 2.300 alloggi realizzabili e sul piano produttivo 97 ettari disponibili – ha spiegato la coordinatrice del gruppo di lavoro del Circondario Laura Ricci –. Si può coprire la crescita media delle famiglie per una ventina d’anni». Questo il “plafond” di riferimento da cui partire. È qui che la soglia del 3% impone il «miglior uso di suolo», ha detto Zanelli. Perché la massima quota consumabile fino al 2.050 per Imola si traduce in 38 ettari per le attività produttive e lo sviluppo dei due hub, dell’ambito del Fossatone e della Valle del Santerno, aziende già insediate escluse, e in 19 ettari al massimo per l’edilizia residenziale pubblica e sociale e gli ambiti prioritari di rigenerazione.

Strategie

Il Pug punta molto sull’attrattività economica e su di una trasformazione coerente del territorio, sottolineando per Imola i propri punti di forza, come i 73 metri quadri di servizi per abitante contro una media regionale di 30, l’ampia rete di parchi e giardini o la presenza di poli di attrazione come l’Osservanza. In poche parole: rigenerare ciò che c’è e incanalare i nuovi insediamenti in modo congruo rispetto agli ambiti. Ad esempio, «ripristinando il suolo agricolo spostando le ditte “sparse” sul territorio verso l’ambito produttivo più vicino o semplificando le procedure per il cambio d’uso delle attività, soprattutto al piano terra in centro storico valorizzando la caratterizzazione delle sue aree commerciali». Questi sono solo alcuni degli orientamenti che l’Amministrazione presenterà domani alle 20.30 a palazzo Dal Pozzo-Machirelli in un incontro pubblico.

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