Proteggere gli occhi dagli agenti atmosferici

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Prima di tutto è bene cercare di proteggere gli occhi dagli agenti atmosferici, per esempio dalle correnti d’aria, dall’uso dell’asciugacapelli o del ventilatore e, inoltre, in inverno è necessario umidificare l’aria della casa. Per chi, invece, trascorre tanto tempo davanti ai dispositivi elettronici, è fortemente consigliato chiudere spesso le palpebre per ridistribuire il film lacrimale, facendo delle pause ogni 20 minuti circa e guardando attraverso la finestra un punto molto lontano per 20 secondi più o meno. In ultimo, ma non meno importante, è bene smettere di fumare. Se i sintomi persistono si può procedere con una visita oculistica completa che può orientare sulle possibili cause di dry eye. Durante il colloquio iniziale, il paziente deve menzionare gli altri problemi di salute e i farmaci che prende, oltre a individuare i fattori ambientali precipitanti.

L’oculista procederà, invece, a esaminare gli occhi alla classica lampada a fessura per confermare se ci sono i segni clinici e anatomici di secchezza. Per approfondire la diagnosi e caratterizzare meglio il disturbo specifico del film lacrimale si possono effettuare diversi esami e test con l’aiuto di strumenti e coloranti specifici. Nell’Unità operativa di Oculistica di Forlì si possono eseguire esami routinari, come il “Test di Schirmer”, che misura “banalmente” la quantità di lacrime su un’apposita carta millimetrata e i classici test basati sulla colorazione della superficie oculare con coloranti vitali come la fluoresceina, che permettono di studiare la superficie della cornea e i segni della cheratite puntata superficiale, entità clinica presente nell’ampio gruppo del dry eye disease. Inoltre, sono disponibili esami di ultima generazione come la “Meibomiografia”, con cui si può analizzare la percentuale di atrofia delle ghiandole di Meibomio, le ghiandole delle palpebre che producono la sostanza grassa che impedisce alle lacrime di evaporare. Di nota importanza è anche il “TFBUT” (tear film break-up time – tempo di rottura del film lacrimale), che misura il tempo impiegato per la comparsa del primo punto secco sulla cornea dopo un battito di ciglia completo. Infine, nell’eventuale sospetto di una sindrome autoimmune sottostante si può, in accordo con il medico curante, procedere ad un prelievo ematico o effettuare una visita reumatologica.

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