Pronto Soccorso Rimini, allarme lanciato dagli infermieri

Rimini

Per la prima volta il Pronto soccorso di Rimini invece che registrare un potenziamento per i maggiori flussi estivi, subirà l'effetto opposto. "C'è un depotenziamento perchè non ci sono risorse mediche e si chiudono gli ambulatori", lancia l'allarme il presidente dell'Ordine provinciale delle Professioni infermieristiche, Nicola Colamaria, intervenendo alla trasmissione Aria pulita su 7Gold. Il direttore generale dell'Ausl Romagna Tiziano Carradori, prosegue, ha chiesto ai medici degli altri reparti di dare una mano in Pronto soccorso, ma si tratta evidentemente di "una soluzione tampone". Intanto "aumentano i tempi di attesa e di processo" e tutto ciò "si può riflettere sulla qualità della prestazione". Perchè "un cardiologo resta un cardiologo. La risposta è quella di personale specializzato in emergenza-urgenza", sottolinea il presidente. I maggiori problemi, continua, riguardano Rimini, ma ne risente anche il Ps di Riccione e il Pronto intervento di Cattolica, insomma "tutta la filiera dell'emergenza-urgenza". Senza trascurare la confittualità che si crea. In Ps ci si interfaccia con l'infermiere di triage, spiega "il timore" che venga attaccato per i tempi di attesa con male parole se non fisicamente. Secondo l'Ordine "il problema è politico e la soluzione deve essere politica: ai bandi non si presentano, occorre stimolare il lavoro nei Pronto soccorso". L'Ausl Romagna prevede un bonus di 6.000 euro e l'aspetto economico è "rilevante- conclude Colamaria- ma anche clima e stress. La conflittualità è alta per cui l'aspetto oragnizzativo va supportato".

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