Il profugo che si firmò "Matteo Salvini" torna a seminare il caos a Rimini

Rimini

RIMINI. Armato di catena, non più tardi di venerdì scorso, aveva colpito in strada una signora in bici e poi, una volta chiamato a rendere conto del fatto, si era fatto beffe della giustizia italiana - che non prevede la possibilità di espellerlo né di tenerlo dentro - firmandosi “Matteo Salvini”. Condannato a un anno e quattro mesi con l’accusa di lesioni aggravate era stato rimesso in libertà, con tutte le incognite del caso, con solo il divieto di tornare a Rimini. Il giovane, un richiedente asilo africano originario della Guinea Bissau, ignorando la disposizione del giudici, è tornato a spaventare i passanti di Rivabella, ancora prima di quanto si potesse prevedere.

Domenica scorsa, infatti, verso le 19.30, è stato avvistato mentre andava a spasso per strada, seminudo (indossava solo gli slip) con due bombole del gas sotto le braccia. Tanto è bastato per preoccupare quanti hanno assistito alla scena, sebbene non potessero ricollegare lo straniero al ferimento della ciclista avvenuto due giorni prima a Viserba. La polizia è stata allertata dai cittadini allarmati e una pattuglia delle Volanti ha rintracciato il giovane nel giro di pochi minuti nell’area del parcheggio di un ristorante giapponese, in via Coletti. Con sé aveva ancora una delle due bombole (l’altra è stata recuperata nel sottoscala di un condominio, dove lui stesso l’aveva appoggiata). Entrambe erano piene, ma integre. Gli agenti si sono trovati di fronte, più che un soggetto intenzionato a fare del male a sé o ad altri, un ragazzone spaesato e in evidente stato confusionale. Accanto a sé l’africano, aveva delle palette da spiaggia e con quelle, ha “spiegato”, voleva ripulire i binari di un cancello elettrico. I poliziotti, a quel punto, hanno deciso di fare intervenire il 118: il richiedente asilo è stato visitato e sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio. Ricoverato in Psichiatria e sottoposto a cure adeguate si vedrà l’evoluzione delle sue condizioni. Nel frattempo la polizia ha chiesto l’aggravamento (con la violazione può farlo) della misura del divieto di dimora.

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