Produzione falcidiata dal virus: la moda perde 170 imprese

Archivio

La più importante recessione della storia in fatto di volume d’affari, con un crollo della produzione dell’industria e una flessione importantissima delle costruzioni, ma le imprese artigiane (ancora) resistono al Covid.

È quanto emerge dall’indagine congiunturale di Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna sul terzo trimestre di quel 2020 stravolto dalla pandemia.

Industria mai così male

Fra il 1 luglio e il 30 settembre scorsi, la produzione ha subito un crollo del 10,3% rispetto allo stesso trimestre del 2019 venendo a segnare la più ampia e rapida recessione mai rilevata fino a ora. Un dato figlio di un fatturato che ha perso il 9.3% di quello di 12 mesi prima e di un meno 10% negli ordini.

Gli effetti della pandemia non appaiono invece ancora sulla demografia delle imprese: a fine settembre quelle attive erano infatti 27.043 e in questo caso la flessione era “solo” del 2% con una perdita di 558 unità. Una tendenza negativa generalizzata in tutti i macrosettori presi sotto esame e determinata soprattutto dalla riduzione della base imprenditoriale delle industrie della moda, dove si sono perse in un anno 170 imprese (il 3,6%), e di quelle della metallurgia e delle lavorazioni metalliche, con 109 attività in meno, l’1,6%. Profondo rosso anche per le società di persone (-312 unità, il 4,1%) e delle ditte individuali (-341 e meno 2,1%), mentre aumentano le società di capitale, anche se la crescita del 2,4% è molto più contenuta che in passato..

Costruzioni giù, in attesa del superbonus

Tra luglio e settembre il settore costruzioni ha registrato un alleviarsi della tendenza negativa, ma gli strascichi estivi della pandemia hanno condotto comunque a una perdita di volume d’affari del 4% rispetto al 2019.

Anche in questo caso, la pandemia non pare però avere ancora influito con decisione sulla demografia delle imprese. A fine settembre 2020 quelle attive erano infatti 50.523, vale a dire “appena” 150 in meno di dodici mesi prima con un calo quasi infinitesimale dello 0,3%. Una riduzione lievemente inferiore a quella del trimestre precedente, ma comunque peggiore dell’andamento positivo riferito all’artigianato delle costruzioni sull’intero territorio nazionale, dove c’è addirittura una crescita dello 0,3%. A far segnare i numeri peggiori sono state le imprese operanti nella costruzione di edifici, diminuite di 129 unità (l’1,9%), mentre in fatto di forma giuridica sono state le ditte individuali (-316 unità) e le società di persone (-3,4%) a soffrire di più, con una crescita invece in questo caso del 6,5% delle società di capitale. Tutto nell’attesa dell’esplosione del superbonus edilizia del 110% su cui si confida molto per invertire il trend.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui