Presunto assassino, chiesta estradizione: resta a Rimini e il delitto è prescritto

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Il suo passato è macchiato, almeno secondo la giustizia del Perù, del delitto della figlia di un boss locale, che avrebbe ucciso nel lontano 1995, quando non aveva ancora compiuto 21 anni. L’uomo in questione, di origini peruviane, oggi è alla vigilia dei 50, e vive a Rimini da oltre 25 anni insieme alla sua famiglia. E martedì la terza sezione della Corte d’appello di Bologna ha stabilito che lui, per quel delitto per cui il Perù lo vuole processare, non verrà estradato. Sposando in toto la tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Enrico Graziosi, il procuratore generale ha rilevato inesistenti le condizioni per l’estradizione. Il reato per quell’omicidio di 27 anni fa, anche se fosse stato commesso, si sarebbe estinto per sopravvenuta prescrizione. Per la legge del Perù (a differenza di quella italiana, per cui per l’omicidio volontario non è prevista prescrizione), il reato imputato all’uomo residente a Rimini passa in prescrizione dopo 20 anni dal fatto. Addirittura, essendo stato commesso quando era minore di 21 anni, per la legge peruviana, il delitto si considera estinto dopo addirittura 10 anni. Ecco perché la difesa, così come il procuratore della Corte d’appello, ritengono che il processo per appurare la responsabilità del peruviano trapiantato a Rimini non ha più ragione di svolgersi.

Giustizia self made

In tutti questi anni in cui il peruviano è stato inseguito dalla legge del suo Paese, l’uomo ha sempre negato di essere mai stato coinvolto in quel fatto di sangue. D’altronde, a Lima, gli affiliati del clan che aveva subito l’uccisione della ragazza, si erano già fatti giustizia da soli poco tempo dopo l’omicidio. Un uomo, infatti, era stato ritrovato ammazzato e tagliato in due, poiché ritenuto il responsabile (o comunque una delle persone implicate in quella morte) da parte dei membri della banda.

In carcere

Il 50enne residente a Rimini, invece, nonostante per quell’omicidio non sia mai stato nemmeno processato, nel 2018 era stato arrestato in esecuzione di un ordine di cattura internazionale finalizzato all’estradizione. La carcerazione ai Casetti però durò solo pochi mesi, venendo liberato dopo la presentazione di una memoria difensiva dall’avvocato difensore, che, anche in quell’occasione, sottolineava come i tempi per esercitare l’azione penale per quel delitto fossero spirati.

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