Presidio discoteche Emilia-Romagna: "Si balla dappertutto e noi chiusi"

Cesena

BOLOGNA. I presidenti provinciali del SILB-Fipe dell’Emilia Romagna si sono dati appuntamento questa mattina davanti alla sede regionale della RAI a Bologna insieme ad alcuni associati per il presidio organizzato dal SILB in 12 capoluoghi di regione italiani.

“Ci siamo ritrovati per questa ennesima protesta – spiega Gianni Indino, presidente del SILB-Fipe dell’Emilia Romagna - con l’obiettivo di consegnare ai giornalisti della tv di Stato il materiale raccolto nelle ultime settimane. Video e foto che confermano come, mentre i nostri locali da ballo sono ancora costretti a rimanere chiusi, si stia ballando dappertutto, abusivamente e senza controllo. Una situazione che ha abbondantemente oltrepassato il limite della nostra pazienza, ma anche quello della logica.

Con questo presidio abbiamo voluto accendere un faro su quello che sta succedendo, ma che le istituzioni sembrano non capire o non volere vedere. Le nostre imprese sono in ginocchio con fatturati crollati a zero, i nostri dipendenti e collaboratori sono senza lavoro, ma ogni notte vediamo che intorno a noi ci sono feste abusive, ristoranti e bar che si improvvisano discoteche, giovani che vagano senza meta per le strade, assembramenti e balli in piazza e in spiaggia senza soluzione di continuità. Quella che stanno vivendo i gestori di discoteche e locali da ballo, ma anche tutti i professionisti che lavorano insieme a noi, dalle orchestre ai dj, dai ballerini agli addetti alla security fino ai tecnici, è un’agonia che dura ormai da 17 mesi mentre davanti ci troviamo uno Stato cieco e sordo ad ogni nostra richiesta di apertura, ad ogni soluzione prospettata.

I nostri locali sanno gestire i grandi flussi di persone, siamo pronti a rispettare protocolli e linee guida, cosa dobbiamo aspettare ancora? Senza una data per la riapertura non ci è stato consentito di programmare, di ricercare il personale, di organizzare il lavoro e l’estate sta correndo via veloce. Quello che vogliamo, che non possiamo più aspettare, è poter ritornare a lavorare. Auspichiamo che questo nuovo appello possa sensibilizzare una volta per tutte il governo, l’unico in grado di prendere la decisione di farci riaprire. Speriamo che arrivi il via libera dal Consiglio dei Ministri già domani (mercoledì 7 luglio, ndr). In Italia siamo gli unici imprenditori ancora costretti a rimanere chiusi e anche in Europa i governi hanno deciso la riapertura per i locali da ballo. E noi quando? Ci sentiamo discriminati da questa scelta che preclude due principi costituzionali come il diritto al lavoro e alla libera impresa”.

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