Premio Artusi solidale alla Comunità di Sant'Egidio

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Quest’anno il Premio Artusi sarà conferito alla Comunità di Sant’Egidio, come riconoscimento all’attività di chi in questa pandemia, ma in realtà già da molto prima, attraverso il cibo ha contribuito ad alimentare soprattutto la dignità delle persone, quelle in difficoltà e che il cibo non avrebbero potuto averlo. Il Premio Artusi, istituito nel 1997 nell’ambito della Festa Artusiana è infatti un riconoscimento a chi si sia distinto per l’originale contributo dato alla riflessione sui rapporti fra l’uomo e il cibo. «In questi ultimi anni abbiamo vissuto e quindi forse compreso meglio il significato sociale del cibo e quanto il dare da mangiare come gesto di dono e relazione fosse molto importante –introduce la sindaca di Forlimpopoli Milena Garavini per spiegare le ragioni della scelta di quest’anno –. Il Covid ha evidenziato come relazioni e solidarietà siano importanti e abbiamo pensato che avesse un valore tenere insieme questi aspetti anche nel conferimento di questo premio annuale. La prima cosa che si fa per occuparsi di qualcuno in difficoltà è offrirgli del cibo, ma c’è anche una componente allegra che è quella della convivialità: ritrovarsi intorno alla stessa tavola è sempre una situazione che elimina le differenze. Da sempre con questo premio, come con tutta l’attività collegata alla casa della cultura del cibo che è Casa Artusi, non ci vogliamo appiattire su una mera proposta gastronomica, dal cibo passano messaggi che vanno oltre il semplice mangiare e identificano dimensioni umane di grande valore». Nelle motivazioni si legge infatti: «Per lo straordinario e continuo impegno nella costruzione di ponti di pace e dialogo nel Mondo, e per aver posto in particolare il cibo al centro della dignità e dell’identità dei poveri e dei migranti promuovendo la distribuzione dei pasti in strada, le mense comunitarie, i centri di accoglienza, il pranzo di Natale come occasioni di cura, relazione, fratellanza». Andrea Segrè, membro del comitato scientifico di Casa Artusi, che ha proposto questa candidatura al Premio Artusi 2021, avvalora le motivazioni della scelta: «Quando l’anno scorso venne consegnato il Premio Nobel per la pace al World food program si disse che il cibo era la miglior medicina in attesa dei vaccino, ed è stato davvero così. Il lascito della pandemia, non ancora terminata, è una povertà economica e alimentare che ha colpito il mondo e l’Italia con un numero di poveri alimentari che vengono assistiti quotidianamente, e questo è quello che sta facendo e fa da tanti anni la comunità di Sant’Egidio nel mondo. Un cibo buono per tutti, sano sostenibile e in quantità sufficiente è un elemento di dignità importante».

La consegna del Premio, che verrà ritirato da Mario Marazziti portavoce per tanti anni della comunità, studioso di temi e programmi sociali e sanitari, già presidente del Comitato permanente sui Diritti Umani, avverrà sabato prossimo alle 18 nella Chiesa dei Servi, sede di Casa Artusi. Verrà trasmesso anche un videosaluto dell’arcivescovo metropolita di Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi.

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