Predappio, via libera ai lavori per la casa del Fascio

Archivio

Il primo stralcio dei lavori alla Casa del Fascio e dell’Ospitalità di Predappio può iniziare. La Soprintendenza di Ravenna ha dato il via libera definitivo alla ristrutturazione così che il gruppo di progettisti, guidati dallo studio Valle di Roma, può redigere il progetto perché poi la centrale unica di committenza dell’Unione dei Comuni possa promulgare il bando. «Sarei soddisfatto – spiega il sindaco Roberto Canali – se il bando fosse pronto per metà anno in modo da poter iniziare i lavori prima della fine del 2022. La Soprintendenza ha però posto dei vincoli assoluti a cui dovremo attenerci. Intanto non si parla più di ristrutturazione dell’edificio ma di restauro. Quella che può apparire come una piccola differenza etimologica in realtà comporta una notevole difformità rispetto al passato. È obbligatorio conservare gli infissi originali in ferro, i pavimenti, i muri, la scala interna. Quindi abbattere una scala o cambiare delle finestre come era stato prospettato nel progetto iniziale è adesso vietato e l’immobile va recuperato per quello che è».

I finanziamenti

Per il restauro sono stimati costi per 7 milioni di euro, di cui 3,5 già disponibili arrivati dal Ministero (1,5 milioni) dalla Regione (1 milione) e 500mila ciascuno da Fondazione e bilancio comunale. «Per la restante parte – aggiunge il sindaco – stiamo partecipando a diversi bandi, oltre a quelli del Pnrr, anche per la rigenerazione urbana ed abbiamo inoltrato richieste al Ministero. Ma il primo passo sarà quello di procedere con il miglioramento sismico dell’intera struttura, e non adeguamento sismico su una parte come era stato pensato, sperando che dopo 80 anni l’edificio sia ancora, da questo punto di vista, in buone condizioni».

Il futuro

Per quanto riguarda il contenuto della Casa del Fascio, nei 2.700 metri quadrati disposti su 3 piani, una volta ristrutturata il primo cittadino abbozza alcune proposte. «L’idea di fondo è di mantenere la Casa del Fascio e dell’Ospitalità con le medesime destinazioni d’uso per le quali era stata costruita a metà degli anni ’30, quindi accesso al pubblico, sale per ritrovo, punto turistico ed uffici. Quindi, ad esempio, nel piano rialzato dell’ala sud che guarda verso Predappio Alta, dove c’era un bar con ristorante, ci muoveremo nella stessa direzione. Per lo spazio ristorante però pensiamo più ad un’area attrezzata da affittare ai catering perché non vogliamo creare concorrenza agli esercizi già presenti. Al piano terra l’ufficio anagrafe comunale potrebbe trovare spazio: è più vicino ai cittadini come pure l’ufficio turistico così chi arriva a Predappio troverà in questo luogo simbolo tutte le informazioni per il soggiorno».

Caduta definitivamente l’ipotesi su quello che è stato definito il Museo del Fascismo. «Faremo un Centro documentazione sul primo Novecento per valorizzare in questo modo anche la realtà di Predappio ma il museo del fascismo non lo fanno a Roma, non credo ci possiamo arrogare il diritto di realizzarlo a Predappio alimentando altre polemiche politiche» conclude il sindaco Canali.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui