Predappio. “La casa è isolata dalle frane, ma la nostra vita è qui”

La montagna che frana e la vita che viene stravolta in un attimo. Il cuore di Mauro Comi e della sua compagna Roberta Battelli è rimasto a Porcentico, frazione sopra Tontola da dove sono stati prelevati con un elicottero dei Vigili del Fuoco di Bologna nei giorni dell’alluvione e adesso vivono ospiti del fratello di lei a Forlimpopoli. Istruttore di roccia e di ghiaccio, 25 anni fa Mauro Comi ha compiuto una scelta di vita, quando ancora lavorava come segretario dei trasporti al Porto di Ravenna, ammaliato dalle verdi colline e della tranquillità del luogo a due chilometri e mezzo dalla frazione di Tontola, distinto ma non troppo distante da Predappio. «Ricordo che alle tre di notte è franato un monte per 150 metri di dislivello – racconta Comi – creando una voragine di 15 metri. È saltato tutto: acqua, luce, collegamenti telefonici, io e la mia compagna abbiamo atteso in auto sotto la pioggia battente poi con tre zaini alle sei di mattina ci siamo incamminati attraverso i campi raggiungendo la casa di Renzo Chinaglia che ci ha ospitati e dove abbiamo atteso trenta ore prima che ci venissero a prelevare con l’elicottero per farci scendere all’aeroporto di Forlì». Lassù ha lasciato non solo i ricordi. «Sono tornato per recuperare i vestiti ma ho lasciato due auto, l’unica strada agibile è quella che passa dalla vetta del passo delle Forche riattivata dall’intervento di Biagiolini un privato che abita lì ma per andare a Predappio ci vuole un’ora di auto».

Perché dal versante del Rabbi la strada è un cumulo di detriti una frana dietro l’altra, con nuovi calanchi che l’alluvione ha creato. «Nei cinque chilometri da Tontola fino alla chiesa di Porcentico ci sono almeno una decina di frane di cui due veramente consistenti. A Porcentico ci abitano una quarantina di persone, ci sono attività tre agricole che coltivano grano, già con il ciclone del tre maggio era crollata la casa di Fiorello poi è stato un susseguirsi di eventi. Se tornerei a vivere lassù? Certo che si, ho comprato quella casa in mezzo ai boschi che manteniamo come un giardino ma senza servizi e infrastrutture la collina è morta e questo discorso non vale solo per Porcentico. Adesso il Comune ha promesso la costruzione di una strada, va bene ma ci vuole anche un acquedotto perché l’acqua è un bene primario come l’energia elettrica altrimenti quel collegamento servirà solo ai cinghiali e ai caprioli».

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