Predappio, in 1.400 al corteo dell'Anpi nei luoghi simbolo dei partigiani VIDEO

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Striscioni, bandiere, foulard, canti, balli. Una festa per circa 1.400 persone che ieri pomeriggio si sono ritrovate per celebrare la Liberazione di Predappio dal fascismo. Una città romagnola assurta a simbolo di quel Ventennio perchè ha dato i natali a Benito Mussolini, ma anche una data importante perché proprio il 28 ottobre partì la Marcia su Roma, di cui ricorre il centesimo anniversario. Sono stati quattordici i pullman che sono arrivati in centro a Predappio, davanti alla chiesa di Sant’Antonio, tanti i partecipanti giunti in auto. Da Milano, Bologna, Ancona, Piacenza, Reggio Emilia, dal Veneto, da tutta la Romagna, qualcuno anche dal sud. Un fiume di gente, sicuramente maggiore rispetto a quella che si poteva aspettare, che ha poi sfilato da piazza Sant’Antonio fino a piazza Garibaldi, poche centinaia di metri, ma ricche di significato e di parole. Nessun momento di tensione, nemmeno quando il corteo è passato davanti al negozio “Predappio Tricolore”, tenuto chiuso per decisione del titolare Pierluigi Pompignoli, che qualche mano ignota aveva tentato di incendiare: un cordone dell’organizzazione e le forze dell’ordine hanno provveduto a tenere a distanza chi voleva avvicinarsi, anche solo per una foto o per semplice curiosità. La massiccia presenza di Polizia e Carabinieri ha vigilato sulla manifestazione.

Le note di "Bella Ciao"

Sono state le note di “Bella ciao” a far muovere il corteo verso la prima tappa, sotto il palazzo del Municipio, quel Municipio che ha preferito non dare il patrocinio all’iniziativa, come invece ha fatto ad esempio il Comune di Forlì (anche se nessun esponente delle due Amministrazioni era presente). Canzoni che Alessio Lega, cantautore della Resistenza, ha suonato prima degli interventi ufficiali, aperti da Miro Gori, presidente provinciale dell’Anpi, che ha sottolineato la volontà di dare «un segnale di allegria e felicità, per ricordare il 28 ottobre 1944 quando i partigiani di Predappio guidati da Giuseppe Ferlini e i polacchi dell’Ottava Armata hanno liberato il paese. Partiamo da qui, davanti al Comune, perchè qui si insediò la prima amministrazione democratica antifascista, in un Municipio fatto costruire proprio da Mussolini». A richiamare il mancato patrocinio del Comune di Predappio ci ha pensato il presidente della Provincia di Forlì-Enzo Lattuca: «Non abbiamo avuto esitazioni a concedere il patrocinio a questa manifestazione – ha detto il sindaco di Cesena – purtroppo, sono costretto a dirlo non per alimentare polemiche, da parte del sindaco di Predappio è stata una grande occasione persa (e qui dal pubblico si sono alzati fischi e mugugni verso l’Amministrazione di Roberto Canali, ndr) per dimostrare che non ci sono più esitazioni, fraintendimenti, ambiguità».

Emma Petitti, presidente dell’assemblea regionale ha sottolineato l’importanza di esserci: «La libertà e la pace devono far parte del nostro Paese. Noi non vogliamo abbassare la guardia, oggi più che mai». Al loro fianco tanti sindaci con le fasce tricolori. Miro Gori ha voluto ringraziare anche la Cgil, per la quale ha parlato Ivan Pedretti della Spi, ricordando l’impegno del mondo dei lavoratori per la lotta di Liberazione: «Il sindacato è stato il primo obiettivo preso di mira dai fascisti». Tante le voci anche tra chi non ricopre un ruolo pubblico. Persone “normali”: «Dobbiamo essere qua, per ricordare. C’è un pericolo di ritorno di quel periodo? C’è un governo di destra». Solo alcune tra tante, la volontà di ricordare, di far sentire la proprio voce. Il corteo ha proseguito il suo cammino prima davanti al palazzo delle Poste, poi in piazza Garibaldi. Altre parole, per una festa della Libertà.

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