Predappio, addio al presepe della Zolfatara

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Il presepe nelle grotte della Zolfatara, dopo 40 anni, cambia sede. Non si svolgerà più nell’habitat naturale in cui è allestito dal 1982, lungo i 250 metri di cunicoli in cui vengono sviluppate dalle 15 alle 17 scene bibliche che, per suggestione e iconografia, hanno convogliato una media di oltre 15mila visitatori per ogni edizione. Ma adesso si cambia.

«Il consiglio della Pro loco – spiega la presidente Barbara Lucchi – ha votato, con molto rammarico, per non procedere all’allestimento dell’edizione 2022. Purtroppo, non abbiamo più le forze per proseguire questa manifestazione in sostanza mancano i volontari. Ne occorrono in totale una quindicina, quelli che ancora ci sono hanno un’età dai 76 agli 86 anni e non possono sostenere un impegno così gravoso in inverno nel periodo natalizio». Così il presepe trasloca nel museo presso del ristorante “La Vecia Cantena d’la Pre” di cui è titolare Barbara Lucchi insieme al marito Riccardo Menghi. «Per questa edizione mi assumo personalmente gli oneri di allestimento e di gestione per non disperdere una tradizione che rappresenta uno dei fiori all’occhiello di Predappio alta».

Ci saranno meno scene, dalle 15 -17 si scende a 8, ma le statue saranno comunque alte un metro in modo da preservare il fascino, l’animazione ed il significato storico-religioso della scenografia curata da Davide Santandrea con l’inaugurazione in programma per la festa dell’Immacolata, l’8 dicembre. L’esposizione è iniziata nel 1981 quando alcuni speleologi portarono nelle grotte una stella di Natale, dall’anno successivo ha preso il via la rappresentazione con un crescendo ininterrotto di visitatori, 4mila nel 1983, mille in più l’anno successivo ed un primo boom nel 1987 in concomitanza con il primo allestimento di Davide Santandrea che presentò un presepe animato, quando furono staccati 12mila tagliandi di ingresso. Un’edizione fantastica in cui il presepe della Zolfatara si meritò anche la benedizione apostolica di Papa Giovanni Paolo II. La tradizione si è interrotta solo nel 2020 causa Covid.

«Prima della pandemia la gente arrivava a fiumi mentre l’anno scorso – prosegue Barbara Lucchi – chiedendo il green pass all’entrata siamo riusciti a garantire l’apertura e con difficoltà a sostenere le spese».

I residenti a Predappio Alta sono poco più di 300 e lo spopolamento ha cambiato gli scenari ad ogni livello. «Il mio mandato da presidente – conclude Barbara Lucchi – scade il prossimo aprile, spero che qualche baldo giovane si faccia avanti per raccogliere il testimone. Purtroppo, la situazione è grave e non riguarda solo il presepe. Per questi motivi abbiamo dovuto cessare anche l’organizzazione di sagre famose come i Vignaiuoli e la Mostatura che si svolgevano da oltre mezzo secolo».

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