Povera Faenza, tra accumuli di terra e aree verdi in sfacelo. Il Comune: “Soldi finiti, lo Stato ci ha abbandonato”

Dopo oltre tre mesi dall’alluvione la percezione del disastro è ancora tangibile effettuando un semplice tour lungo le vie più colpite. Viste nello stato in cui versano queste zone sono facilmente classificabili come “alluvionate, degradate, depresse”.

E ciò è motivo di sconforto, ci si avvilisce: «Povera Faenza come sei ridotta» si sente dire spesso in giro.

Le tracce sono evidenti non solo guardando l’aspetto di abitazioni vuote, disabitate ai primi piani, con le porte sprangate, con i cancelli e le ringhiere imbrattati di fango, oppure aperti per aerare e fare asciugare, esposte a sciacallaggi, ma anche osservando il persistere di accumuli e detriti, laddove molti pensano che qualcosa si sarebbe già potuto fare, nella convinzione che non servano fondi ministeriali o pubblici per simili tipologie di lavori.

Almeno così segnalano residenti e membri dei vari comitati sorti in questi mesi: «Sì tratta di pulizie – dicono – che possono rientrare nei capitolati di normale attività di raccolta rifiuti da smaltire e una società incaricata a tale scopo esiste già, ma non lo fa».

Non piace l’aspetto esteriore pubblico: le aiuole dei bivi demolite, i detriti da inondazione in fregio alle strade, i cumuli di terra, fango, macerie nei parchi e, seppure seminascoste dagli alberi, le grandi “montagne” di fango e scorie nel piazzale delle ex Perle e in via Deruta.

Rispetto a quanto accaduto potrebbe sembrare una lieve cosa, ma per tanti ricomporre il decoro non è affatto una questione minimale, anzi sarebbe un segnale di ripresa e un input positivo da dare agli abitanti. Purtroppo però le cose non sono così semplici.

«La terra accumulata non c’entra con i rifiuti – afferma l’assessore Massimo Bosi – quella è a carico comunale e noi abbiamo finito i soldi per rimuoverla, non abbiamo più un euro. Hera passa a togliere gli altri tipi di rifiuti. Oltretutto il Commissario ci deve dire come va trattata quella terra, quali sono le procedure per smaltirla, dove portarla, non è che la possiamo mettere nei fossi. In realtà ci sentiamo abbandonati, non arrivano risorse e nessuno ci dice niente. Abbiamo chiesto aiuti da fuori e ai privati, per vedere se qualcuno ci può dare una mano, speriamo di ottenere qualche risultato a settembre, ma è come fare i mendicanti. A taluni puoi chiedere un favore a titolo di volontariato, ma per una strada o un caso particolare: un ripristino generale è tutt’altra cosa».

A generare degrado contribuisce la condizione di parchi e verde pubblico: giochi per bambini recintati e interdetti all’uso, perché se non sono distrutti sono pericolosi (in via Calamelli, Orto Bertoni, sotto le mura di via Lapi), l’erba è sostituita da uno strato di fango secco e polveroso, la frequentazione è poco attraente. L’aspetto è deprimente.

Per la pulizia delle aree verdi si sono mobilitati gruppi di volontari, ma il loro apporto seppur lodevole non può andare oltre la rimozione di piccoli rifiuti generici da raccattare con le pinze e imbustare in sacchetti per il pattume.

Commenti

  1. decoro????…poi si butta di tutto per terra mentre si cammina…..Ridicolo parlare di decoro in una città italiana, ovunque sia….manca la cultura civica, signori miei…….Come va trattata la terra????….non è mica radioattiva, si sposta con i camion altrove…..lo deve dire il Commissario Figliuolo dove metterla????…..Come smaltirla????….ma non siete Voi amministratori della città???…e non sapete queste cose?????……non avete mai i soldi con tutte le tasse che si pagano????……àm fàsì rìd, bùrdel…

Lascia un commento

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui