Rimini, poliziotto gioca a tennis in malattia. Il tribunale: non c'è truffa

Assolto dall’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato, condannato a nove mesi (pena sospesa) per aver indotto in errore due medici nella stesura di altrettanti certificati in cui confermavano la sua malattia. Certificati redatti dalla commissione del dipartimento di Medicina legale tipo di Padova competente per la determinazione dello stato di salute dei poliziotti, che gli hanno permesso prolungare il periodo di aspettativa. Bisognerà attendere il deposito delle motivazioni della sentenza da parte del giudice Raffaele Deflorio per dare la corretta interpretazione della sua decisione contro cui il difensore di fiducia dell’imputato, l’avvocato Massimiliano Orrù, ha già annunciato di voler proporre appello. La Procura della Repubblica, invece, attenderà di leggere il dispositivo della sentenza per decidere se ricorrere a sua volta in appello. Da sottolineare la difficoltà reale nell’arrivare ad una condanna in questi casi molto particolari. L’esempio più lampante quello del vigile urbano di Savona che timbrava in mutande e tornava a casa. Anche lui è stato assolto.

Le accuse

Erano tre i capi d’imputazione di cui doveva rispondere l’ex assistente capo della Polizia di frontiera in servizio all’epoca all’aeroporto di Rimini Antonino Mariella. Dal più grave, ovvero la truffa aggravata ai danni dello Stato, è stato assolto, così come non è stato riconosciuto colpevole d’aver usato dei certificati medici falsamente attestanti la lombosciatalgia di cui invece è realmente affetto da anni. Il giudice ha invece ritenuto di doverlo condannare «perché, con più azioni distinte di un medesimo disegno criminoso ed al fine di trarre un vantaggio in ambito lavorativo ed un profitto economico, rendeva dichiarazioni non veritiere ed idonee a trarre in inganno i sanitari i quali, confidando nella verità di quanto dichiarato, stilavano certificati medici ideologicamente falsi».

Riflettori puntati

È stato un caso che ha fatto particolarmente discutere anche a livello nazionale quello dell’ex assistente capo della Polizia di frontiera dell’aeroporto di Rimini Antonino Mariella. Destituito su due piedi nel giugno del 2018 (era sospeso dal servizio già dal dicembre 2017) dall’allora capo della Polizia il prefetto Franco Gabrielli, aveva presentato ricorso, rigettato dal Tar dell’Emilia Romagna, provvedimento che è stato invece annullato dal Consiglio di Stato. La sua partita con l’Istituzione che è stata la sua vita per decenni è tutt’altro che chiusa.

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