Poggipollini e le sue "Canzoni rubate"

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Sono tre i concerti in successione che riportano la musica dal vivo nel teatro Petrella di Longiano. Apre domani alle 19.30 l’originale duo con Dj Gruff e Gianluca Petrella, fra hip hop e trombone. Chiude domenica 23 alle 18.30 Cisco (Stefano Bellotti). Nel mezzo, sabato 22 maggio alle 19.30, a salire sul palco è la voce e chitarra di Federico Poggipollini (1968) da Bologna, in trio con i fidi Alberto Linari a tastiere, bassi e cori e Ivano Zanotti batteria e cori.

Altro personaggio di lungo corso nella musica, Poggipollini, alias Capitan Fede, ha esordito coi Litfiba (1990-’93) e dal ’94 è chitarrista nella band di Ligabue. Sin dal 1998 ha portato avanti anche una carriera da autore solista realizzando 5 album. Al Petrella presenta Canzoni rubate album uscito in marzo, dieci tracce di cover di noti autori, da Gianni Morandi a Ivan Graziani, Ivano Fossati, Finardi, Freak Antoni; aggiunge un omaggio a John Lennon, qualche cover internazionale e pezzi del suo precedente disco “Nero”, che presentò anche al Verdi di Cesena nel 2015.

«“Nero” è il primo album in cui ho trovato una dimensione mia – ci dice Poggipollini – è un progetto a cui tengo tanto perché ha messo in luce la mia completa personalità, musicale, strumentale, vocale, e testi coerenti con la musica. Lo registrai a San Francisco con Michael Urbano che mi aiutò a trovare il suono più giusto».

Le attuali “Canzoni rubate” cosa aggiungono a quel disco perfetto?

«Hanno una modalità che si collega al precedente; la produzione è mia, ma ho usato gli stessi schemi americani. L’album è stato anticipato dall’uscita di Varietà canzone di Lavezzi-Mogol che dà il titolo all’album (1989) di Gianni Morandi, con cui l’ho cantata. Cosa che mi ha portato a numeri stratosferici per me: 250 mila streaming su Spotify».

Il disco è un omaggio ai maestri che ha ascoltato e con cui è cresciuto?

«Provengo da una scuola dove le cover rappresentano il modo per imparare a suonare e comunicare. Tanti grandi, dai Led Zeppelin a Jimi Hendrix, ai Beatles e Rolling Stones, e perfino i Clash fra le mie band preferite, hanno suonato cover, ossia prendere canzoni di altri, farle tue, rivestirle per comunicarle nuovamente. È importante la scelta delle canzoni, devono essere la tua radice; in questo album ne ho prese di belle ma poco conosciute».

Quali, per esempio?

«“Trappole” di Finardi, del 1981 in pochi se lo ricordano; altrettanto vale per “Il chiodo” degli Skiantos, un testo meraviglioso, una poesia. John Lennon lo omaggio con “I’m losing you” brano di andamento sexy, dove suona il chitarrista di David Bowie, altro mio grande amore. Sono chicche per intenditori, ideali da suonare e ascoltare al Petrella».

In questi mesi difficili per gli artisti lei si è messo spesso in luce, anche con la sua versione per chitarra di “Bella ciao”, il 25 aprile a Bologna.

«Ammetto che durante questa pandemia sono riuscito a fare molte cose; ho suonato l’Inno nazionale per la Giornata internazionale dell’infermiere allo stadio di Bologna prima di Bologna-Genoa; ho suonato “The sound of silence” all’Unipol Arena per “Bauli in piazza”; ho suonato al Festival di Sanremo in duo con Annalisa, e poi un brano con Morandi, Finardi, Cimini, e ho raggiunto una visibilità molto alta».

E vende pure chitarre!

«È un modo per arrotondare quando occorre; il fatto è che sin da ragazzo la passione per la chitarra mi ha portato ad avere centinaia di strumenti in casa. L’amore per la chitarra va oltre il suonare in sé». Euro 10.

Info: 0547 666008. www.vivaticket.it

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