Poggio Torriana, "ho perso tutto, aiutatemi": a 55 anni vive in una casa pericolante

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«Vivo in una casa pericolante e sono invalido: aiutatemi». A lanciare un accorato appello è Sergio Bartocci, 55enne di origine romana che ha vissuto più di un rovescio della fortuna. Lasciata la Capitale, vendendo i tanti immobili in suo possesso, Bartocci apre nel 2007 un’impresa di pulizie a San Marino. A stretto giro conquista un’ampia fetta di mercato: sono anni d’oro. «Gestivo appalti pubblici, lavorando anche per il centro commerciale e noti imprenditori – ricorda -. Quando sono iniziati i problemi, prospettavo l’appalto dell’ospedale. Era il 2015: la mole di lavoro cresceva a dismisura: avevo 9 dipendenti, me ne servivano 15, ma non riuscivo a reperirli tra i sammarinesi, mentre mi veniva impedito di assumere frontalieri». Poi la situazione precipita, «dopo incontri sfortunati e raggiri di cui è vittima», spiega. In un battito d’ali l’impero sfuma e il matrimonio finisce. «Ho perso tutto e mi sono ammalato. Mi hanno riconosciuto un’invalidità del 46%, sebbene tutto sia in salita, compreso il sonno», fa presente raccontando il valzer delle incertezze.

Nel 2017 si trasferisce in un appartamento di Poggio Torriana, finché, esauriti i risparmi non riesce a ripartire in nessun modo e a novembre 2019 si ritrova a dormire in auto con la neve e i botti che durante le feste gli sparano sul parabrezza. «Un inferno durato mesi – rammenta – finché un medico mi dice che rischio una trombosi». E Bartocci continua a dipanare il suo calvario: «Il sollievo effimero del reddito di cittadinanza non permette una vita normale con 500 euro al mese. Quanto alla pandemia l’ho vissuta a Pennabilli in un’abitazione gestita da una onlus fino allo sfratto e problemi a catena, per cui cerco una soluzione tampone, stabilendomi con il permesso della proprietaria in una casa diroccata vicina a un’ex cava di Torriana».

Muffa e spifferi

Ora scalda l’acqua nelle pentole per lavarsi, ha l’elettricità da poco tempo, cucina su fornelletti e dorme vestito mentre i lupi si aggirano in zona. «Il peggio è che è una casa pericolante e malsana – si rammarica -. Con le nevicate alle porte mi scaldo con vecchie stufe respirando monossido di carbonio e talvolta accendo il phon fra le coperte. Vivo teso come una corda di violino, qualcuno ha forzato la porta. Non chiedo elemosina, beninteso, solo un affitto e un lavoro, ad esempio come custode, tenendo presente che non posso lavorare di notte né svolgere attività che richiedano prestanza fisica. Sono disponibile anche a ripartire come imprenditore, se ne avrò l’opportunità». Quanto agli assistenti sociali, «mi hanno proposto opzioni ma se ne scelgo una, dovrò escludere per sempre le altre», nota elencando 3 mesi di albergo sociale, o residence, «dove è impossibile portare i ricordi di una vita» e un fondo di locazione fino a 6 mesi. Contattato, il sindaco Ronny Raggini afferma: «È un caso per cui abbiamo fatto il possibile, fornendo grande aiuto». Chi volesse sostenere Bartocci, può contattare il suo avvocato Cinzia Novelli: 338.1996603.

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