Pizzolante: viviamo nel peggior passato

Editoriali

Da quasi tre decenni siamo alla ricerca del nuovo, nuovi partiti, nuovi leader, nuovi modi di fare politica, sino a sprofondare nel vecchio che più vecchio non si può. C’è un istituto di ricerca, Bidimedia sondaggi, che misura, oggi, il consenso ai partiti della Prima Repubblica. Cioè, misura il consenso di PCI, DC, MSI, come se esistessero ancora, come se, votando oggi, trovassimo quei simboli sulla scheda elettorale. Ebbene i risultati sono nello stesso tempo sorprendenti, divertenti, seppur inquietanti.
Bene, il partito di allora, più votato oggi in Italia, risulterebbe essere il Movimento Sociale Italiano, MSI. Con il 19.4%, quattro volte circa i voti che i missini prendevano nel loro tempo.

Il PCI sarebbe al 18.9%. Poco più della metà di quanto prendeva allora, ma ancora, saldamente, secondo partito. Democrazia Proletaria, l’estrema sinistra, al 4.7%, il doppio di quanto abbia mai preso. Quindi, i partiti marxisti-leninisti, oggi prenderebbero in Italia il 23,6%. Significa che nel 2019, 30 anni dopo la caduta del Muro, le forze comuniste, sarebbero leader in Italia. Significa che a quasi 100 anni dall’avvento di Mussolini alla guida del Governo, l’Msi, il partito che raccolse la sua eredità storica e politica, dopo la guerra, sarebbe oggi più forte di quanto non fosse allora il Partito Nazionale Fascista.
Significa che le due ideologie morte- si fa per dire- della storia, quelle che sembravano sconfitte per sempre, quella fascista e quella comunista, oggi troverebbero il consenso, sommandole, del 43% degli italiani.
Le forze che invece hanno fatto la Repubblica e rifatto l’Italia, dopo la guerra, portandola ad essere la quinta potenza economica al mondo, dalla miseria più assoluta, parlo di Dc, Psi, PRI, PLI, PSDI, fanno fatica a raggiungere, insieme, il 40%.
Questa è la memoria di un Paese senza memoria. Non è un fenomeno solo italiano, certo, basta vedere la Le Pen e i populismi di sinistra in Francia. Che il PCI in Italia aveva sempre contenuto dentro di sè. Basta vedere il successo delle forze neonaziste in Germania. Basta vedere la miscela nazi- comunista che alimenta i motori di alcuni Paesi dell’est europeo. Basta vedere il putinismo. Che ha sostituito Lenin con Il’in, il suo avversario storico, il filosofo bianco, ammiratore di Mussolini, che persa la partita con Lenin andò a Berlino, a costruire la base ideologica dell’hitlerismo.
Insomma, in questo “nuovo” mondo non siamo campioni del mondo, ma campioni d’Europa sì. Nessuno come noi in Europa.
Quasi la metà degli italiani votano forze, che, più o meno a loro insaputa, stanno nella scia, più umorale che storica e culturale, della tradizione fascista e comunista.
Il Contratto Sociale di Rousseau, la democrazia diretta, la critica alla democrazia rappresentativa era di moda nel PCI degli anni 50. Dove si sono formati i grandi leaders comunisti degli anni 70. L’Msi prendeva il 5%, perché molti di quegli umori, erano nascosti dentro la Dc di destra. Ma quando, dopo Tangentopoli, fu sdoganato Fini, l’Msi a Roma arrivo ad essere quasi il primo partito. Poi Salvini, più di Fini. Molto più. Bossi me lo disse, in una delle tante pause sigaro nei giardini della Camera. Mi disse che Salvini puntava a rappresentare tutti gli umori di destra e destra estrema, in Italia e in Europa.
Esploderanno mi diceva, “vedrai”.
La grande crisi, la morte dei partiti e dei parlamenti, insieme all’ignoranza del racconto storico, culturale e giornalistico nell’epoca dei social e della Tv gridata, farà venire fuori il peggio degli italiani, “vedrai”, mi diceva.
Il geniale Bossi. Che aveva capito, un bel po’ di anni fa, quello che molti giornalisti, intellettuali, commentatori e conduttori televisivi, non capiscono (fanno finta, quelli più pagati) neppure oggi. Di fronte all’evidenza.
Quello che molti moderati non capiscono ancora, utili idioti, come molti moderati e liberali di 100 anni fa.

*già parlamentare

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui