Pizzolante. Populismo e luci nuove

Editoriali

L’illusione errata della pace perpetuata dopo il crollo del Muro di Berlino, i processi di globalizzazione, giusti, fondamentali, nelle intenzioni ma errati nelle realizzazioni, l’Europa molto larga come mercato e troppo piccola come governo, l’assenza totale di regole e di governo sull’uso delle tecnologie dell’informazione, hanno prodotto un mondo che ha rovesciato i paradigmi della nostra esistenza. Volevamo si diffondesse la democrazia, si affermasse il culto della libertà ed invece è successo il contrario.

Guardiamo in faccia la realtà. Abbiamo globalizzato odio, violenza, autoritarismo, populismo. Di destra e di sinistra. A destra: penso prima di tutto a me stesso. A sinistra: a me pensi lo stato.
E se non sto bene, se non ho quello che hanno altri, la responsabilità o la colpa, è sempre degli altri. Non è mai mia. Quindi odio sociale, violenza, non solo verbale, uso estremo dei mezzi di comunicazione offerti dalle nuove tecnologie e dalla Rete. Con il mondo dell’informazione tradizionale, giornali e televisioni, che si adegua e si sottomette al peggio del nuovo.
Tutto quello che c’era prima era sbagliato. Tutto marcio, tutti ladri, tutti speculatori.
Anche parte, buona parte del mondo intellettuale e della cultura si è adeguato, si è sottomesso, a questo vento. Forte e violento. Soffiando a suo favore.
Sono fenomeni che attraversano tutto l’Occidente? Sì, purtroppo. Ma in Italia di più.
Peggio. Molto peggio. In Italia c’è stato l’infarto di Tangentopoli, che ha rotto argini, ha anticipato racconti estremi e irresponsabili.
Per arrivare dove? Al paese con il maggior tasso di populismo in Europa.
In questo contesto internazionale e nazionale è nato il movimento 5 stelle che governa il paese. Ininterrottamente, da quasi tre anni. Con alleati diversi e opposti fra loro.
Trump e Di Maio, sono i principali fenomeni di governo populista nel mondo occidentale. Non ridete. È così.
Trump è andato, Di Maio c’è ancora.
Ma i due fenomeni culturali e politici sono dentro di noi. Forti. Ancora forti.
Nonostante l’imbroglio evidente.
In Italia, c’è anche Salvini. Perché nulla possiamo farci mancare. Poco più di un anno fa potevamo avere Di Maio Premier e Salvini Ministro degli Interni. Chiaro?
Le altre forze politiche sono satelliti. Di questi fenomeni. Nella dimensione nazionale. Con non poche eccezioni locali. Per capire. Zingaretti insegue Di Maio. Berlusconi subisce Salvini. Bonaccini si è fatto inseguire, senza farsi raggiungere, in Emilia Romagna, dai grillini e dai leghisti.
Zingaretti e Berlusconi pensano di assorbire ma vengono assorbiti. Egemonizzati. Culturalmente. Anche se può sembrare incredibile. Le azioni del governo sono quasi tutte in chiave assistenzialista e populista, divieti, ristori, mance, statalizzazioni: lo stato pensa a te. Senza riuscirci. Però.
Per quanto riguarda Berlusconi, beh, basta guardare le trasmissioni delle sue tv. Lavorano tutte per Salvini e Meloni.
In questo stato noi stiamo affrontando la più grande crisi di sempre. Dopo le guerre.
Possiamo farcela? Possiamo farcela.
Ma per ragioni che stanno lontane dalle dinamiche populiste. Dai partiti populisti. Dai Di Maio in auto blu. Dai crocifissi dei Salvini.
Dalla “trasparenza” dei 5 stelle che nascondono il risultato del voto del loro finto congresso.
Lontano quindi dai grandi imbrogli di questi anni. Lontani anche dall’imbroglio nel quale siamo cascati noi stessi. Perché c’è un Trump, un Salvini, un Di Maio anche in noi stessi.
Dov’è la via d’uscita? Ci sono lucciole e fuochi che ardono? Sì. La nuova Europa. Solo i ciechi non vedono che c’è una nuova Europa. Ha fatto tardi. Ma è arrivata. In Italia? Se il Centro destra somigliasse un po’ al Veneto di Zaia e il Centro Sinistra un po’ all’Emilia Romagna di Bonaccini, beh, sarei più tranquillo.

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