Picchiava la moglie con il manico della scopa e con tutto quello che avevo a portata di mano quando, per un nonnulla, perdeva la testa. Dal trenino giocattolo del figlio fino alle scarpette della figlia. Una volta l’aveva colpita con una chiave, facendo sanguinare la donna dall’orecchio. “Devi fare quello che dico io, se non ti sta bene vattene!”. Le ripeteva. Ad andarsene, invece, sarà lui, il marito: i carabinieri gli hanno notificato l’ordine di allontanamento dalla casa coniugale firmato dal giudice Manuel Bianchi del Tribunale di Rimini. Il provvedimento, richiesto dal pubblico ministero Davide Ercolani, riguarda un quarantenne cittadino albanese, residente da tempo in Valmarecchia. La moglie, per via dei figli, ha sopportato per un paio d’anni le prepotenze del marito, spesso ubriaco e aggressivo nei suoi confronti. Il quarantenne, che dovrà stare alla larga almeno duecento metri dalla donna, pena la possibilità di essere arrestato, è indagato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni volontarie. Avrebbe più volte messo le mani addosso alla moglie anche in presenza di bambini e una volta le aveva stretto il dito di una mano, fino a fratturarglielo. Al pronto soccorso, la moglie aveva detto che era stato un incidente, ma alla fine non ce l’ha fatta più e si è confidata con i carabinieri. Offese e umiliazioni erano all’ordine del giorno. L’accendino acceso sotto al naso, come se volesse darle fuoco. Nel capo di imputazione viene descritto un uomo che tratta la moglie come una sua proprietà.

Picchia la moglie con la scopa, il giudice lo caccia via
