Rimini, piattaforma online in tilt: niente fondi ai profughi ucraini

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Sofferenza, dolore. E adesso anche problemi burocratici. Come quelli che paralizzano l’erogazione del contributo mensile (300 euro per ogni adulto, 150 euro per ogni minore), fissato dallo Stato italiano per ogni profugo ucraino scappato dalla guerra. E’ l’odissea infinita di un popolo. Tra bombe, scantinati bunker, e morte. E, per chi arriva in Italia, in Romagna in questo caso, c’è perfino un vero e proprio labirinto procedurale da superare. «E’ da tempo, purtroppo – spiega con rammarico l’assessore alla Protezione sociale, Kristian Gianfreda -, che la piattaforma per richiedere il contributo di sostentamento che fa capo al Dipartimento della Protezione civile, va avanti fino ad un certo punto, e poi si blocca. Le cause non sono chiare, anche se i motivi sembrano riconducibili al documento di soggiorno permanente indispensabile per l’ottenimento del contributo, che però non tutti hanno. A quel punto, quando si tratta di codificare i dati del documento, la piattaforma interrompe l’iter telematico in corso. Impedendo al rifugiato di andare avanti nel riconoscimento e, quindi, nella richiesta del contributo».

Problema diffuso

E sono tanti gli esclusi. Continua Gianfreda: «Sì, risulta anche a me. Per questo ho già inviato una nota in Regione, affinché si solleciti il governo o, comunque la Protezione civile, a rimuovere questo ostacolo. O, almeno, a velocizzare la procedura di consegna del documento di soggiorno permanente. Purtroppo come Comune non possiamo occuparcene, non è di nostra competenza». Conferma Domenico Morra, segretario dell’Associazione culturale europea Italia-Ucraina Maidan: «Sono al corrente di alcune disfunzioni, ad esempio qualcuno ha dovuto riprovare due tre volte prima di poter completare con successo l’operazione. Ho anche saputo di contributi erogati ai genitori, ma non ai propri figli. Insomma, qualche problema c’è. Va detto, però, che questa piattaforma è stata attivata una ventina di giorni fa. Comunque, sono convinto, che nell’arco di qualche giorno tutto sarà sistemato e il sostentamento regolarmente erogato a chi ne ha bisogno».

Intanto la guerra non si ferma

C’è però una preoccupazione che affligge l’assessore alla Protezione sociale, Gianfreda, oltre naturalmente alla risoluzione di questo inciampo burocratico, è cioè le notizie che giungono, quotidianamente, dal fronte bellico. «Non si vedono spiragli di pace – commenta Gianfreda – e nemmeno aperture diplomatiche. Addirittura, arrivano voci di trincee scavate vicino Kiev. Il rischio, quindi, è che questo maledetto conflitto, di cui non si vede una fine, possa allungarsi sine die, provocando, così, una seconda ondata di profughi». Che incrementerebbe, sensibilmente, l’attuale comunità di rifugiati ucraini già presente a Rimini e in tutta la Romagna. Precisa Gianfreda: «Una stima è impossibile farla, perché molti sono tornati a casa. E il flusso di arrivi si è ridotto decisamente. Fino a qualche settimana fa, comunque, in tutta la provincia sfioravamo i cinquemila profughi». Quindi la chiosa: «Spero che questo problema tecnico-burocratico venga risolto celermente, perché non è giusto arrecare ulteriore ansia a chi è costretto, giornalmente, a vivere nella precarietà e nell’incertezza del futuro».

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