Piangipane, Irene Grandi al teatro Socjale

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La stagione di concerti del teatro Socjale di Piangipane si apre questa sera dalle 21.30 con “Io in blues”, il progetto di Irene Grandi dedicato al blues. La cantante fiorentina, che ha appena aggiunto due importanti premi alla sua ricca bacheca (Premio Pierangelo Bertoli e Premio musica e parole), in settembre ha rilasciato il nuovo singolo “E poi” (cover di Mina), poi ha ripreso nei teatri il tour sul blues che ha avuto grande successo in estate nelle arene.

Grandi, come mai ha deciso di proseguire con questo progetto?

«Perché ha avuto grande successo, ma soprattutto perché ci divertiamo parecchio. Per me, che ho sempre guardato al futuro, è bello ogni tanto riconnettersi alle radici, inoltre negli ultimi due anni è stato difficile fare cose nuove, perché era impossibile vedersi e lavorare su nuovi progetti, così ho guardato al passato».

Con lei c’è una band molto importante, nobilitata da un vero fuoriclasse come Pippo Guarnera all’organo Hammond.

«Abbiamo tutti un background legato al blues, ma con l’arrivo di Guarnera abbiamo spinto sugli aspetti più improvvisativi, di dialogo tra i musicisti, e libertà nelle strutture armoniche. Lui ci porta milioni di soluzioni nuove, ma anche per lui è una bella occasione, perché si fa conoscere e apprezzare da un pubblico diverso, e torna a suonare dal vivo dopo che aveva sofferto molto lo stop per la pandemia».

Durante il concerto lei canta grandi standard blues, ma ha anche vestito molti suoi pezzi con un abito blues: che tipo di lavoro ha fatto su questi ultimi?

«Ho scelto tra i miei brani quelli che avevano già qualche cellula blues, come “Bum bum”, “Finalmente io” o “La mia ragazza sempre”; a questi è stato sufficiente aggiungere l’organo Hammond, scarnificarli un po’, e il gioco è fatto. L’Hammond dona velocemente un colore blues, come in “Se mi vuoi”, che è una canzone semplice, alla quale basta aggiungere questo elemento. Il lavoro più interessante è stato forse su “Prima di partire per un lungo viaggio”, per la quale mi è venuta l’idea di fare un mashup con “Roadhouse blues” dei Doors».

Il blues è sempre stato nelle sue corde, così come il rock e la canzone d’autore: ha pensato di fare in futuro altri tour “monostilistici” su altri generi?

«Non ci sto pensando, anche se dopo un’esperienza così bella la tentazione ci sarebbe. Attualmente sto cominciando a scrivere cose nuove con il mio team di amici».

Ci può anticipare qualcosa sul nuovo materiale?

«Prima di uscire con il disco nuovo stiamo pensando di pubblicare un vinile di “Io in blues”. Riteniamo che il disco in vinile sia particolarmente adatto».

Grandi autori in passato hanno scritto per lei, tra cui Pino Daniele, Vasco Rossi, Francesco Bianconi e Gaetano Curreri. Tra i nuovi autori italiani a chi chiederebbe di donarle un brano?

«Mi sento vicina ad autori come Giovanni Caccamo o Calcutta, che sono più legati alla forma canzone. Preferisco autori contemporanei, ancora legati alla tradizione autorale italiana». Sul palco Max Frignani alla chitarra, Piero Spitilli al basso e Fabrizio Morganti alla batteria.

Biglietti a 50 euro.

www.teatrosocjale.it

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