Pesce: a Cesenatico nuova dignità per le cassette di plastica

Cassette del pesce da usare più volte e senza sprechi. Reintrodotte quelle di plastica, al posto di quelle di polistirolo.

Perché questo dopo essere state usate una sola volta per contenere e commercializzare prodotti ittici vanno obbligatoriamente gettate. E vengono buttate via a migliaia, talvolta alla rinfusa, a intasare cassonetti e bidoni maleodoranti.

La rivincita

La plastica che tante volte nell’ultimo periodo è stata vista come il male assoluto da eliminare, in questo caso e per una volta viene correttamente al servizio dell’ambiente. Anche perché facilmente riutilizzabile oltreché riciclabile. Un esempio di economia circolare, quantomeno all’insegna del riuso e del risparmio.

Nell’ittica

L’iniziativa parte del commercianti ittici sul mercato locale, che ne hanno fatto richiesta. E così a poco a poco e nuovamente, le cassette di plastica lavabili, pluriuso, ancorché meno ingombranti di quelle in polistirolo, stanno riprendendo piede in mercati, magazzini, pescherie. La svolta la si attende di conseguenza anche per ristoranti e supermercati.

Come in passato

Già un paio di mesi fa i commerciati che operano all’interno del Mercato ittico all’ingrosso di Cesenatico avevano chiesto che la vendita “su nastro” del pesce venisse fatta con cassette di plastica anziché di polistirolo. Come peraltro avveniva ancora fino ad alcuni anni fa, e si sta ritornando a praticare in altri mercati ittici. Ancora più indietro nel tempo il commercio avveniva anche tramite le cassette di legno, che c’era pure una fabbrica locale che le produceva.

Motivazioni

«La nostra richiesta si basa su più ordini di motivi - richiama Stefano Casali commerciante ittico della Pescheria comunale di Corso Garibaldi - Innanzitutto la cassetta di plastica può essere utilizzata tante più volte, almeno fino a quando dopo una rottura o l’usura serve smaltirla negli appositi contenitori per la raccolta differenziata per essere avviata al riciclo. Viceversa le cassette di polistirolo, in quanto richieste normalmente dall’Usl, possono essere utilizzate per una sola volta, dopodiché devono essere gettate. Il risultato è formare ammassi voluminosi di cassette, talmente ingombranti da essere complicato smaltirle correttamente».

C’è poi da tener conto come il polistirolo - il cui componente principale, lo stirene, è un derivato del petrolio - sia anche facilmente sbriciolabile, in tanti granuli che finiscono per trovarsi frammisti al prodotto ittico e al pesce depositato in questi contenitori.

«Si tratta di un materiale - fa notare Stefano Casali - di cui è difficile tanto il recupero quanto appunto lo smaltimento. Frantumatosi in granuli e poltiglia finisce per ristagnare nelle acque di lavaggio e di scolo e restare in sospensione nei chiusini di scarico prima di riversarsi nella rete di raccolta fognaria».

Meno costi

E poi c’è l’aspetto economico. «Le casse di polistirolo monouso - fa notare - hanno subito di recente un’impennata di prezzo tale da non essere più sostenibile. Attualmente il costo a cassetta è di 83 centesimi di euro +Iva mentre a fine 2021 era di 67 centesimi. Mentre nel giro di soli due anni il prezzo delle cassette di polistirolo è raddoppiato».

Così valutata anche l’attenzione che l’amministrazione comunale di Cesenatico riversa su progetti di economia sostenibile, richiamato l’impegno per quelli ambientali e green, considerato che in tutto il territorio comunale si è passato alle raccolta rifiuti “porta a porta”, la richiesta di sostituire le cassette di plastica pluriuso a quelle di polistirolo monouso è parsa un passaggio necessario oltre che più economico.

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