Nove persone in isolamento nell'Imolese. Venti tamponi tutti negativi

Imola

IMOLA. «Nel circondario imolese ad oggi non abbiamo casi accertati di coronavirus, e siamo gli unici insieme all’azienda sanitaria Ferrara a non averne. Ci sono al momento nove persone in isolamento domiciliare, sotto sorveglianza sanitaria in quanto hanno avuto contatti con casi conclamati che non sono nel nostro territorio. Resteranno in isolamento per 14 giorni sotto sorveglianza della Sanità pubblica, non sono stati sottoposti a tampone in quanto non sintomatici». Lo ha reso noto il direttore generale dell’Ausl Andrea Rossi spiegando, insieme al primario del pronto soccorso Rodolfo Ferrari e al coordinatore infermieristico Simone Cavini, come funzionerà la tenda della protezione civile installata ieri pomeriggio davanti al pronto soccorso di Imola.


La tenda
Dalle 8 di questa mattina alle 20, per accedere al pronto soccorso sarà necessario passare dalla tenda montata dalla Croce rossa. Da lì transiteranno sia le persone che arrivano con i propri mezzi che quelle in arrivo sulle ambulanze, ogni altro accesso, spiega la direzione, sarà interdetto o transennato per facilitare la comprensione del nuovo percorso obbligato. a chi entra e presenta sintomi respiratori sospetti, verranno dati gel per sanificare le mani e mascherina e saranno accolti in una parte separata della tenda; se c’è anche sospetto epidemiologico scatta la procedura di isolamento immediato con trasferimento protetto all’ospedale. «Lo scopo è preservare sia chi è fuori sia chi è già in ospedale, sia pazienti che personale, dal contagio. Prima dell’ingresso in ospedale verrà quindi messa in atto una serie di misure protettive su tutti i pazienti che possono rappresentare un rischio diversificando i percorsi fra chi presenta sintomi e chi no. Non cambiano le modalità di accoglienza, quindi, ma solo la logistica per anticipare l’emergenza» spiega il primario Rodolfo Ferrari. Nella tenda ci saranno due infermieri esperti di triage che accoglieranno le persone indirizzandole in percorsi separati a seconda dei casi. Intanto gli accessi al pronto soccorso, sono sensibilmente calati nelle ultime due settimane, mediamente del 30%. «La popolazione ha responsabilmente accolto l’invito a non venire direttamente in ospedale se ha sintomi, ma a chiamare il medico di medicina generale o il 118» dicono dall’Ausl.


Massima allerta nei reparti
«Abbiamo alzato l’attenzione su tutti i casi di ricovero per polmonite. Tutti quelli che avvengono in urgenza per polmoniti che hanno un quadro che rimanda al coronavirus, in attesa dell’esito del tampone che arriva nel giro di poche ore, vengono tutte trattate con tutti gli accorgimenti che presteremmo come se fosse un caso accertato» spiega rossi che aggiunge come fino a domenica sono stati effettuati 19 tamponi (uno si sarebbe aggiunto ieri) su casi sospetti sintomatici, tutti sono risultati negativi. Nel frattempo da quando l’emergenza è diventata concreta sono state adottate nuove misure di protezione e procedure precauzionali in tutta l’azienda dal soccorso extra ospedaliero, pronto soccorso, medicina generale, pediatri, nei reparti. «Abbiamo pubblicato un fascicolo con le disposizioni che sono state consegnate a tutto il personale in servizio. Ci riserviamo di aggiornarlo, anche noi come tutto il paese stiamo affrontando una situazione sconosciuta – aggiunge Rossi –. Mercoledì ci vedremo per aggiornare le procedure dopo la prima giornata di triage nella tenda». «Stiamo cercando di giocare in anticipo – dice Ridolfi –. Siamo in contatto con i nostri colleghi nelle zone più critiche. In caso di bisogno siamo pronti ad aumentare i posti di terapia intensiva». Per lasciare posto alla tenda, la piazzola di atterraggio dell’elisoccorso è stata spostata al centro sportivo Bacchilega.

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