Dj romagnolo lancia una web app per ritrovare vinili storici

Le ore a scartabellare fra polverose copertine accatastate in vecchie cantine o nei classici mercatini, con ricerche istantanee su Google per cercare di capire di che artista o brano si tratti, spesso senza riuscirci? Stanno diventando un lontano ricordo. Per la caccia al disco d’antan ora basta infatti un click attraverso la fotocamera del proprio smartphone. Merito di tre amici che si sono inventati una web app ad hoc.

Il progetto si chiama DISCOdig (www.discodig.com) e ad illustrarlo è il 29enne riminese Francesco Villa, che lavora per una società di consulenza in ambito tecnologico a Milano ma di notte fa il deejay e si fa portavoce anche degli altri due soci di questa avventura imprenditoriale: «La squadra è composta dal mio migliore amico, Angelo Paolo Tempesta, 28 anni, ex consulente che si è trasferito da Pesaro a San Paolo in Brasile, e da Giorgio Mombelli, un ragazzo di Brescia di 36 anni che ho conosciuto a Milano ed è uno sviluppatore che si è subito appassionato all’idea. Lavoriamo a distanza ma con un affiatamento invidiabile».

Come nasce il progetto “DISCOdig”?

«Mio padre è un ex deejay e mi ha trasmesso la passione per la musica e i vinili. Sono cresciuto in una casa piena di dischi e a 13-14 anni ho iniziato a seguire le sue orme: fare ricerca musicale e suonare come disk jockey mi permette di “scappare” dalla vita d’ufficio e alimentare la mia parte creativa. Per nutrire questa passione ho sempre acquistato vinili, negli ultimi tempi ancor di più perché tantissimi brani non sono stati digitalizzati e si trovano solo su disco. Si comprano nei negozi classici, negli ingrossi ma anche nei mercatini di seconda mano e il problema con cui mi sono sempre scontrato è che spesso ci si sente sopraffatti dalla quantità enorme di prodotti che rende tutto macchinoso: bisogna selezionarli, ascoltarli e molte volte non c’è un giradischi in loco. Questo limita molto le ricerche e mi ha dato la spinta a cercare uno strumento che agevolasse tali operazioni».

Invece che trovarlo, ve lo siete creato: perché avete scelto questo nome?

«Nel gergo dei deejay per fare riferimento alla ricerca di nuovi vinili si dice “andare a diggare”, dal verbo inglese to dig, scavare. Per questo DISCOdig, una web app fra l’altro già operativa che siamo intenzionati a trasformare in una vera e propria app per iOS e Android. Siamo partiti ufficialmente con il progetto l’1 giugno 2023 con l’obiettivo di arrivare a un prototipo in sei mesi, l’abbiamo creato, siamo andati online e adesso stiamo provando a promuoverlo attraverso strategie diversificate per aumentare il numero di utenti. Il potenziale sembra esserci, ora dobbiamo continuare a testare il mercato e capire come e quanto il nostro target sarebbe disponibile a pagare».

Come funziona la web app?

«La web app fornisce all’utente due funzionalità: la prima è lo Scan, per diggare nei posti fisici. Attraverso una foto al codice identificativo del disco, lo riconosciamo grazie all’AI e forniamo informazioni sul genere, il prezzo, l’anno di uscita e l’artista. Tutti aspetti giù utilissimi, ma abbiamo aggiunto anche la possibilità di ascoltarlo. L’altra funzionalità, Discover, è pensata invece per diggare online, ossia scoprire nuovi dischi che potrebbero piacere all’utente comodamente dallo smartphone o dal pc. Quello che facciamo è creare una sessione di ascolto di dischi, che l’utente può scartare o a cui mettere mi piace. Come su Tinder, ma con i dischi al posto delle persone!».

Avete cercato promotori o state facendo impresa in autonomia?

«Ci siamo autofinanziati, ora andando avanti con i prossimi step valuteremo se accedere a qualche acceleratore o programma dedicato. Per il momento stiamo promuovendo la web app attraverso social, campagne mirate, passaparola fra deejay e collezionisti per arrivare a un certo numero di utenti abbastanza stabile per poi partire con lo sviluppo dell’app».

Una soluzione innovativa applicata ad un contesto analogico...

«Il messaggio che ci piacerebbe arrivasse è che offriamo sì un servizio innovativo, ma al centro di tutto rimane sempre il vinile, con la sua fisicità e il suo fascino senza tempo. Vogliamo lasciare intatto il gusto della scoperta di dischi, sgravando e aiutando con la tecnologia a risolvere il gap informativo che c’è quando li si va a cercare, permettendo all’utente di concentrarsi solo sulla musica».

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