Peretti e Ridolfi, non solo Brunello

Originata verso la fine del ‘200 dal ramo di un’antica casata toscana, sotto l’egida delle tre famiglie Ridolfi per secoli si sono distinte personalità illustri, protagonisti di una regione gloriosa, dove l’arte e la storia è stata spesso costruita sul valore della terra, immersa in un paesaggio di campagna, nel quale querce, castagni, ulivi, pini e vigneti si alternano con naturale geometria, protette da colline punteggiate di iconici cipressi. Fiorite tutte e tre attorno alla Firenze medioevale, da una delle famiglie, i Ridolfi di Borgo, nacque il ramo senese della casata, i cosiddetti “della Contrada”. Ed è quello stesso blasone che oggi brilla sulle etichette di un’azienda vinicola d’eccellenza, capace di imprimere sfumature tutte personali al più iconico dei vigneti toscani, quel Sangiovese da cui germoglia il Brunello di Montalcino. Un passato importante, quindi, fatto di nobiltà e vecchi valori, ma che oggi guarda al futuro strizzando l’occhio alla migliore innovazione e con una visione nuova impressa dall’industriale veneto Giuseppe Valter Peretti, che ha rilevato l’azienda nel 2011, coronando così il suo sogno vitivinicolo di mettere i piedi nella Val d’Orcia. Scelte ambiziose, passione e rispetto sono i tre valori che emergono d’impeto al primo sorso di un Brunello che, oggi, vale niente meno che il massimo dei punteggi e il premio “Cantina emergente 2021” dato dal Gambero Rosso. E in una terra di eccellenza, svettare, non è affatto scontato.

Principi

«I vini Ridolfi sono il prodotto di una passione e di uno spirito che hanno unito storie e generazioni, oggi portati avanti con successo dalla famiglia Peretti che ha fatto suoi questi principi». Quelle tracciate sul sito aziendale sono parole che parlano di impegno. Un impegno verso la natura e i suoi prodotti, ma anche verso una tradizione che non può e non deve essere scalfita, quanto piuttosto abbracciata e accompagnata verso l’esaltazione di nuove sfumature, che dimostrano ogni volta come il Sangiovese assomigli in tutto e per tutto a un prisma: il vitigno resta sempre lo stesso, ma le interpretazioni possono avere molteplici colori.

Il vino, in fondo, «è un dono della natura che diventa pregio nelle mani dell’uomo – dice l’azienda –. Da crescere e da custodire, perché solo la purezza delle sue qualità può restituire pienezza di profumi e gusti». Per arrivare a questi risultati, come si diceva, ci vuole però un impegno fatto di determinazione e scelte severe, come quella presa da Peretti di ristrutturare interamente la cantina nel 2014, accogliendo le macchine più moderne, perché «la tecnologia non sostituisce un’abilità, ma sostiene un talento». Un rigore che, quindi, non si scontra con l’ambizione, anzi, perché diventano compagni di viaggio. Inoltre, qui tutto segue i rigidi dettami dell’agricoltura biologica, poiché la sostenibilità ambientale è impegno non negoziabile.

Le tenute

Due sono le tenute che fanno parte dell’azienda, “Ridolfi in Montalcino” e “Tenuta Rocchetto in Larciano”. La prima si trova nella località “Mercatali”, a 300 metri di altitudine, a ridosso di quella celebre Strada del Brunello che rappresenta il cuore della Toscana. Trenta sono gli ettari di terreno, di cui 11,4 vitati a Brunello, 6,5 a Chianti Colli Senesi e 1 a Rosso di Montalcino. Tutti i vigneti di Ridolfi sono situati nel versante nord-est della collina di Montalcino; quelli di oltre 15 anni sono allevati a cordone speronato, mediante potatura a due gemme con quattro cornetti. I vigneti piantati dopo il 2013 sono invece allevati a Guyot semplice e durante la stagione vengono effettuati tre diradamenti dei grappoli: all’allegagione, all’invaiatura e a fine maturazione.

Rocchetto è invece una tenuta biologica che si sviluppa al centro della Toscana, a un’altitudine fra i 60 e i 200 metri, nel territorio del Chianti Docg e si estende su 22 ettari di territorio agricolo di cui 5 a vigneto e 11 a olivo. La particolare morfologia del territorio ne fanno un luogo di pregio per la produzione del vino.

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