Cesena, "noi donne sportive e super-organizzate da mattina a sera" - Gallery

Cesena

Quella organizzata dal Panathlon Club Cesena era una cena a rischio ed è andata a finire come era immaginabile, con noi pavidi esponenti del sesso debole rannicchiati ad applaudire una serie di donne capaci di fare un sacco di cose difficili e farle pure alla grande. Uno spaventoso multitasking vincente che ci ha mandato a scuola dagli antipasti fino al dolce: «Dovevamo farla prima, una serata così - ha detto il presidente Dionigio Dionigi - è la prima volta che il Panathlon riunisce alcune delle più importanti atlete delle nostra città, un riconoscimento doveroso nel mese da sempre dedicato alla donna».


«Basta organizzarsi»


Il riassunto dello spirito della serata l’ha dato Elena Meldoli, triatleta e dirigente Ausl Romagna: «Come si fa a fare tutto? Beh, ci si sveglia presto la mattina e si ottimizza la giornata con l’aiuto della famiglia. Lo sport aiuta il lavoro e il lavoro aiuta lo sport e poi più cose si fanno e meglio è».
Un concetto ribadito da Michela Lantignotti, stella del beach volley e nutrizionista del Cesena Fc: «È un onore essere qui in mezzo a tante sportive della mia città. Sì, l’importante è organizzare il tempo e alla fine si fa tutto, nella vita come nel lavoro».


Imprese memorabili


Al microfono di Silvia Canali, la prima testimonianza era stata della 66enne Rita Gabellini, una incredibile sportiva a tutto tondo. Superando mille ostacoli, ha iniziato ad andare in bici a 30 anni vincendo 5 Nove Colli e una Maratona delle Dolomiti, quindi ha conquistato tre partecipazioni all’Ironman, con due vittorie di categoria. «Ho imparato a nuotare solo a 60 anni e ho fatto una gran fatica, ma il nuoto mi ha dato grandi soddisfazioni con il triathlon e l’Ironman. Domenica scorsa ho partecipato alla maratona di Roma, ma non solo: con un gruppo di amici, abbiamo raggiunto Roma in bici in tre tappe, quindi ho corso la maratona e vinto nella mia categoria». Ecco, a quel punto metà degli uomini meditava già di uscire dal ristorante per manifesta inferiorità.
Anche Giada Benazzi, stella del Volley Club Cesena e campionessa italiana di beach volley nel 2020, ha una grande storia da raccontare: «Mi ha fermato un brutto incidente, quando venni investita da un camion mentre ero in moto. Ho sopportato 18 mesi di riabilitazione e mi avevano detto che non ce l’avrei fatta, invece sono tornata in campo in Francia e in Italia e nel 2020 ho vinto lo scudetto».
L’escalation prosegue con l’impresa di Roberta Pedrelli: un sarcoma dei tessuti molli ha causato l’amputazione di una gamba, ma ci voleva ben altro per fermarla. «Sono entrata a contatto col sitting volley per caso, mentre ero in sala d’attesa per le cure a Bologna. Io giocavo a pallavolo, ho scoperto questa disciplina e dopo qualche mese è arrivata la convocazione in Nazionale, di cui faccio tutt’ora parte».


Speranze e simboli


La campionessa italiana juniores Lara Manfredi ha 13 anni ed è già un talento affermato della ginnastica ritmica: «In Spagna ho debuttato in Nazionale con la maglia azzurra ed è stata una esperienza bellissima. Sono arrivata seconda nell’all around, nelle clavette e nel cerchio».
Paola Sabbatini è dirigente comunale a Cesena dopo essere stata una stella della pallanuoto: «Peccato che a Cesena non si possa praticare questo sport magnifico. Quello che sono io ora da ultra 50enne, lo sono grazie allo sport che mi ha formato come persona».
Spazio poi a Margherita Magnani, plurititolata del mezzofondo e portacolori azzurra alle Olimpiadi di Rio, ora dirigente federale di livello internazionale: «In alcuni sport è essenziale il sostegno dei militari e delle forze di polizia, così puoi allenarti due volte al giorno. Ho sempre cercato di dare il mio meglio per rappresentare Cesena in giro per il mondo».
Ivana Donadel era accompagnata da Renata Zocco come ai tempi dell’Ahena Basket quando martellavano da tre punti: «Ora sono dirigente e tecnico alla Nuova Virtus e stiamo per festeggiare due grandi risultati, la salvezza della prima squadra in B e soprattutto speriamo di centrare l’interzona con una Under 15 tutta cesenate. Un gran bel segnale».
Finale per Nicoletta Tozzi, simbolo dell’atletica e oggi presidente dell’Endas: «Nel 2022 le donne italiane hanno vinto più degli uomini nelle specialità olimpiche, quindi vuol dire che qualcosa si muove. Da un lato ci sono risultati brillanti, dall’altro c’è ancora tanta strada da fare per tutelare le donne che fanno dello sport il loro lavoro. Speriamo che i risultati siano forieri di una vera parità e di veri diritti».

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