Pennabilli e l’accoglienza dei migranti, il sindaco sommerso dai fischi costretto a correggere parzialmente il tiro

Retromarcia del sindaco di Pennabilli Mauro Giannini sul provvedimento anti-migranti. Dopo una giornata molto calda, quella di ieri, in cui c’è stata una seduta del consiglio comunale particolarmente accesa e ci sono state proteste prima e dopo, il sindaco ha dovuto modificare il testo dell’ordine del giorno con cui intendeva sbarrare la strada all’accoglienza dei profughi. Il documento contestato utilizzava parole ritenute inaccettabili: “Disapprovazione all’accoglienza di profughi di qualsiasi nazionalità, razza e religione nel Comune di Pennabilli”. Tra le proteste, il primo cittadino, che ha precisato di “non essere razzista” ha corretto il tiro. Intanto è sparita la parola razza. Ma il sindaco minimizza. “Innanzitutto è vero che è stato tolto il termine “razza”, ma solamente perché una recentissima legge nazionale vieta di inserire il termine “razza” negli atti pubblici, anche se ancora è riportato sulla Costituzione Italiana, ma il senso non cambia”.

E’ il sindaco stesso a rivendicare quanto approvato nell’ordine del giorno che è così formulato: “La disapprovazione dell’accoglienza di profughi, di qualsiasi sesso, nazionalità, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali nel territorio comunale di Pennabilli”. A cui si aggiunge: “In subordine, in caso di costrizione Ministeriale, di approvare l’accoglienza di profughi nelle case dei privati cittadini, che ne facciano richiesta, “esclusivamente in coabitazione con i diretti ospitanti” per accelerarne l’integrazione sociale, “con le stesse spese di gestione a carico degli ospitanti stessi”, affinché tutte le strutture ricettive – precisa Giannini – vengano lasciate a disposizione dei soli turisti. “In definitiva – insiste – è stata quindi aggiunta la possibilità, per i più sensibili, di poter accogliere i profughi in casa propria ma in stretta convivenza con loro e a proprie spese. Ora vedremo quanti tra coloro che hanno disturbato in Consiglio Comunale se li porteranno in casa”.

La foto pubblicata dal sindaco Giannini sul profilo istituzionale del Comune di Pennabilli

In occasione della protesta – soprattutto fischi e urla “vergogna” all’indirizzo del sindaco Giannini – il Partito Democratico aveva preparato un volantino in cui spiegava che occorreva partecipare al consiglio comunale per esprimere “dissenso”. All’interno del consiglio sono stati esposti numerosi cartelli con scritto “L’unica razza è quella umana”, “Pennabilli è antifascista”, “Questo non è il paese che vogliamo”. Fuori dal consiglio, in piazza, una folla ha cantato “Bella ciao”.

Al consiglio comunale e alla protesta ha preso parte anche sinistra italiana: “Non è accettabile – ha scritto in una nota Fortunato Stramandinoli, segretario provinciale Sinistra Italiana Rimini – che un qualsiasi paese sia ostaggio di certa gente; si dirà che questo Sindaco è stato votato con più del 60%, vero, ma quel 60% dei cittadini che hanno votato questa maggioranza sono davvero convinti di voler vivere in un paese senza servizi adeguati, senza una visione strategica, senza una prospettiva, senza nulla, se non qualche rattoppo alle strade e cose simili?”.

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