Patrick Zaki torna libero, la festa di Rimini

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Anche Rimini partecipa alla “festa di liberazione” di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato al Cairo il 7 febbraio 2020 col l’accusa di propaganda sovversiva e diffusione di notizie false dentro e fuori l’Egitto. Il giovane non è stato assolto, ma verrà rilasciato dal carcere e dovrà apparire davanti alla corte di nuovo il 1 febbraio.

Ieri sera al Ponte di Tiberio, “Amnesty International” aveva organizzato un presidio di sensibilizzazione, come in altre cinquanta piazze italiane. Gli eventi delle ultime ore l’hanno trasformato in un momento di gioia. «Anche se non è finita». Lo ha ribadito il rappresentante dell’associazione. «Non siamo in presenza di una assoluzione, c’è ancora da fare, siamo sostenitori dell’innocenza di Patrick».

Presente al Ponte di Tiberio, insieme a una cinquantina di persone (fra cui la vice sindaca Chiara Bellini) Emma Petitti, presidente dell’Assemblea legislativa regionale. «Libero. Finalmente libero - ha detto -. Un risultato per il quale ci siamo battuti e che è diventato finalmente realtà. Mi ero spesa in prima persona, al momento del mio insediamento, affinché Zaki venisse liberato e ora ci siamo. Tra poche ore potrà riabbracciare la sua famiglia e spero che presto potremo vederlo a Bologna. Sono stati mesi lunghi e difficili, soprattutto per Patrick, chiuso in carcere ingiustamente».

Giovanni Molari, rettore dell’Università di Bologna, in precedenza aveva commentato. «Dopo 22 lunghissimi mesi di prigionia, il nostro studente Patrick Zaki potrà finalmente uscire dal carcere. Sappiamo bene che non è finita: il processo continua. E di conseguenza continuerà anche il nostro impegno e la nostra mobilitazione. Oggi siamo pieni di gioia, ma continueremo a lottare e a farci sentire fino a quando non potremo accogliere nuovamente Patrick a Bologna».

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