Parte dall’area padana la sfida alla riduzione di emissioni

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L’area padana è tra le zone più inquinate d’Europa, ma proprio da qui parte la sfida per ridurre le emissioni di flussi gassosi e i vapori di scarto industriali. È questo, infatti, al centro del progetto europeo iWays (Innovative Water recovery solutions), coordinato dall’Università di Modena e Reggio Emilia e che vede coinvolti circa 20 partner internazionali.

Luca Montorsi docente di scienze e metodi dell’ingegneria dell’ateneo emiliano, sta sviluppando una serie di tecnologie in grado di recuperare acqua ed energia dai flussi gassosi e dai vapori di scarto emessi in atmosfera dai camini dei processi industriali. I flussi d’aria che vengono rilasciati nell’atmosfera da fabbriche e aziende, disperdono nell’atmosfera sia l’energia sia il contenuto di acqua, ma, molto spesso, anche emissioni inquinanti derivate dal processo. La riduzione delle emissioni contenute nei flussi gassosi, e il conseguente recupero dell’acqua di processo e del calore, ha numerosi vantaggi: il recupero dell’acqua, tramite condensazione, e il suo riutilizzo nel processo, il riuso del calore di scarto, che può portare ad un miglioramento dell’efficienza energetica, e la separazione e l’immagazzinamento delle sostanze di scarto con la riduzione delle sostanze dannose per l’ambiente e la salute degli esseri umani. Le aziende che riescono a recuperare queste riserve di acqua, di energia e di sostanze possono non solo ottenere significativi vantaggi competitivi che hanno un impatto positivo sull’ambiente, ma anche trarre vantaggio dal raggiungimento degli obiettivi per il limite delle emissioni.

Il progetto, durerà 4 anni, vede coinvolti 19 partner fra aziende ed enti di Ricerca provenienti da 9 Paesi europei (Italia, Belgio, Germania, Lituania, Polonia, Regno Unito, Spagna, Svezia) e conta su un budget complessivo di 12.800.000 Euro, dei quali 10.596.00 euro sono stati finanziati dall’Unione Europea.

L’iniziativa, spiega Montorsi, vuole progettare e realizzare «un sistema che prevede uno scambiatore di calore basato sui tubi di calore per il recupero del calore e dell’acqua, integrato con un sistema di trattamento del condensato per la purificazione dell’acqua e il recupero delle sostanze in essa contenute. Il prototipo include, inoltre, un sistema per il rilevamento delle emissioni in atmosfera in modo da monitorare il grado di recupero e la riduzione dell’impatto ambientale del processo industriale grazie alla nuova tecnologia».

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