Parrucchiera Cesenatico: «il progetto per vittime di violenza vale»

“Intima-Mente” è il buono spesa per la cura di bellezza e intimità femminile a chi ha subito violenza. La Lega con la consigliera comunale Giulia Zecchi ha criticato l’iniziativa del buono “Messa in piega” (una delle possibilità consentite dal progetto “Intima-Mente”) per le donne reduci da violenze, concludendo che ben sono altri gli strumenti di sostegno e aiuto.

Arianna Benvenuti del salone “Carla” replica a distanza testimoniando una esperienza diretta su come invece si sia riusciti, anche in questo modo, a rendere felice una donna maltrattata, aiutandola a prendere coscienza di sé .

La consigliera comunale della Lega ha aperto un caso sull’opportunità di «mettere a disposizione di un solo componente femminile di un nucleo familiare, un buono del valore di 30 euro da spendere in un'unica soluzione in un salone di parrucchieri fra quelli convenzionati». Zecchi ha segnalato che i buoni a disposizione sono 207, immaginando un costo per l’intera operazione di 6.200 euro. Giudicando quelle risorse non in grado di portare risultati concreti nel contrasto alla piaga della violenza fisica e psicologica contro le donne.

Le replica Arianna Benvenuti che insieme alla mamma Carla Amaducci gestisce un noto salone di parrucchiera e centro estetico a Cesenatico, con 13 collaboratrici: «Abbiamo aderito a quella che riteniamo una bellissima iniziativa. Progetto reso possibile grazie alle devoluzioni di fondi da parte di alcune associazioni». Passa al racconto della sua esperienza: «Il 20 maggio è entrata in salone una donna sui 40 anni con il buono bellezza. L’abbiamo ricevuta calorosamente, come nostra abitudine e quando la nostra collaboratrice Alice l’ha fatta accomodare al lavatesta e le ha azionato il meccanismo per sollevare le gambe e ha iniziato a massaggiarle la cute si è messa a piangere dall’emozione perché, ha detto tra le lacrime “Nessuno si era mai preso cura di me”. Al termine del servizio ci ha ringraziato tanto, si è sentita felice e noi tutte ci siamo arricchite da questa esperienza che ci ha fatto tanto riflettere». Concludono Arianna e lo staff delle sue tredici collaboratrici del salone Carla: «Non credo che l’ammontare di questi buoni siano risorse pubbliche sprecate come dice qualcuno, perché non sono nemmeno risorse pubbliche e credo che questa iniziativa sia un aiuto psicologico importante per queste donne. La nostra esperienza ne è la testimonianza. Invito le mie colleghe che hanno aderito a questa iniziativa a raccontare le loro esperienze».

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