Cesena, parla l'educatore in parrocchia escluso perché Gay: "Evitate le accuse, pensiamo al bene dei ragazzi".

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«Buongiorno. Vi chiedo personalmente di evitare qualsiasi tipo di messaggi incriminatori o accusatori. Questa faccenda riguarda la mia vita privata e non deve intaccare la gioia e la felicità dei ragazzi nel partecipare al centro estivo. I ragazzi, sperando che si possa fare l’anno prossimo e che tutti siate ancora dei nostri, devono continuare a vivere il centro estivo come è sempre stato: all’insegna dell’amore e del puro divertimento. Grazie a tutti per l’ascolto e la comprensione».
Ha affidato a whatsapp sul gruppo dei genitori del centro estivo annullato, un messaggio di distensione e comprensione del prossimo il giovane educatore cesenate, la cui omosessualità (emersa tramite una foto su Instagram) ha innescato l’annullamento del centro estivo parrocchiale stesso. I fatti sono quelli raccontati ieri dal Corriere Romagna: una volta che il parroco ha appreso dell’omosessualità del giovane, gli ha detto che avrebbe potuto continuare ad organizzare il centro estivo. Ma che avrebbe dovuto abbandonare il ruolo di educatore. A quel punto lui, che l’educatore in questo centro estivo lo aveva già fatto, raccogliendo plauso comune negli anni scorsi per il lavoro svolto, non si è più reso disponibile a continuare. Con lui ha “abbandonato” anche l’unico altro educatore maggiorenne (suo amico d’infanzia, solidale con la decisione presa). E la parrocchia non ha potuto far altro se non cancellare il centro estivo ad una decina di giorni dal suo inizio.


Fratture in parrocchia


Intanto in seno alla parrocchia la stessa comunità educante (formata da volontari) e le famiglie che usufruivano del centro estivo si sono divise nettamente sul fatto che il giovane potesse essere lasciato continuare a fare l’educatore. «Il problema è che a nessuno è mai stato spiegato nel dettaglio la differenza ed il contrasto - spiega una delle attiviste parrocchiali - che ci sono tra le riflessioni in atto avviate dallo stesso pontefice e le regole ancora oggi chiare all’interno della Chiesa. Laddove l’omosessualità è vista come un peccato mortale perché in antitesi alla procreazione, che è il fine dalla sessualità. Se, da una parte, parroco e Diocesi allo stato attuale non potevano fare nulla di diverso, dall’altra il non poter più continuare ad escludere gli omosessuali dalla vita nella fede è un concetto ormai chiaro ai più. Per questo tra noi, e tra le famiglie del centro estivo, c’è chi ha accettato l’esclusione di questo giovane dall’essere educatore come “una normalità”, c’è chi si è adeguato storcendo il naso e c’è chi non può accettare l’accaduto: ed ha già rassegnato le sue dimissioni dagli incarichi aggiungendo che non metterà più piede in questa parrocchia».

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