Pari: scienza e razzismo

In generale, le società umane esprimono diffidenza verso la non conformità. La scienza, cerca razionali spiegazioni nelle differenze fisiologiche di specie. Già nel I° secolo Dopo Cristo, Plinio il Vecchio (23-79), con rara intelligenza, ipotizzò che alcune differenze tra il genere umano, fossero assoggettabili al clima. Di converso, il razzismo avvalora l’ipotesi assolutamente non scientifica, che l’essere umano può essere suddiviso in razze, biologicamente differenti per connotati fisici e capacità intellettuali, conseguentemente, per valori e comportamenti. In realtà, all’interno della specie umana, le differenze fisiche ed intellettuali dipendono della genetica, adattatasi nei millenni al bisogno primario della sopravvivenza.

I valori e lo sviluppo culturale, sono appannaggio dell’appartenenza ad un gruppo, ovviamente, rapportati alle possibilità offerte all’individuo. Taluni razzisti, sostengono che alcune differenze fisiche, come il colore della pelle, siano prerogativa per una potenziale predisposizione a comportamenti illeciti. È scientificamente falso e moralmente deprecabile. Sono altre le motivazioni che possono spingere a delinquere, in nessun caso dipendono dalle caratteristiche fisiche. Ciò è chiaramente avvalorato anche dalla criminologia. Il caso più eclatante, quello di colui che molti definiscono il padre della materia: Cesare Lombroso, medico ed antropologo, vissuto in Italia alla fine del 1800. Le sue ricerche, sono caratterizzate dalla fisiognomica, che risale ad Aristotele, fino alla frenologia. In sostanza, Lombroso ha analizzato alcune fisicità dei criminali, soprattutto provenienti da alcune zone d’Italia, concentrandosi principalmente sul cranio. Arrivò alla conclusione che il criminale era tale per biologia, ergo per nascita. La teoria, fu prima avvalorata, poi totalmente screditata perché priva di fondamenti scientifici. Di fatto, la moderna criminologia, conferma che nessuno nasce con caratteristiche fisiche che predispongono a delinquere. Nelle varie società umane, spesso, sono maggiori le differenze genetiche interne, rispetto a quelle rilevabili tra gruppi diversi. La scienza, cassa in modo assoluto e definitivo il principio basico del razzismo. In realtà, da sempre, parte dell’umanità ha necessità di giustificare la sottomissione di un gruppo ad altri gruppi. Lo schiavismo è l’icona, crudelmente utilizzato come motore di sviluppo e manodopera senza costi, per migliaia di anni. Con anacronistica ostinazione e disarmante falsità scientifica, ancora oggi, il razzismo stabilisce delle superiorità innate di uomini verso altri uomini, arrogandosi conseguentemente dei diritti.

*Giornalista, Docente e Referente di sede d’esami universitaria

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