Pari. Ricchi e poveri

Editoriali

Ogni tanto, è bene parlare di positività, seppure non per tutti. Partiamo dai dati. Gli italiani sono ai primi posti a livello mondiale per il risparmio (privato), purtroppo però, anche per il debito (pubblico). Si potrebbe pensare che lo Stato ha elargito ed elargisce ciò che non possiede. Si potrebbe pensare che parte della politica, nel tempo, ha indebitato il Paese per ottenere consensi. Sono ipotesi, che i cittadini d’Europa, quelli che definiamo “frugali” o “intransigenti”, sicuramente hanno valutato e valutano. Ciò nonostante, la Banca Centrale Europea ha acquistato ed acquista quote molto significative del nostro debito, riparandoci da gravi crisi finanziarie.

Ormai, quasi il 20% del nostro debito è nelle loro mani, diverse centinaia di miliardi! Eppure, disquisiamo sul rischio MES, circa 34 miliardi, sicuramente molto utili! Di converso, sono in calo le quote “di debito italiano acquistato da italiani”. Preferiamo delegare gli acquisti alla Banca dell’Unione Europea, le cui famiglie, mediamente, sono meno “ricche” delle nostre, ad esempio, quelle tedesche! Questi dati, con le relative incongruenze, meriterebbero ampie riflessioni.
Comunque, analizzando la ricchezza delle famiglie del nostro amato Paese, si può certamente affermare che è rilevante. Il totale, compreso il patrimonio immobiliare, ammonta a circa 9.700 miliardi. Da evidenziare che il 75% delle famiglie italiane ha una casa in proprietà, poco più del 50% in Germania, poco più del 65% negli Stati Uniti. Ad onore del vero, alcuni dati indicano che il 10% delle abitazioni in Italia, non sono propriamente dignitose, il 27% sovraffollate. Escludendo la parte immobiliare, la ricchezza finanziaria ammonta a circa 4.400 miliardi, in aumento nel 2019, grazie soprattutto all’implemento del valore dei titoli sui mercati internazionali, ma in calo, come valore reale, rispetto ai dati pre-crisi . È una ricchezza quasi sempre ereditata, raramente realizzata.
Significative le disuguaglianze, dati non nuovi, ma attendibili, ci indicano che il 10% delle famiglie detiene oltre il 50% della ricchezza totale. La povertà assoluta è significativa, le situazioni di disagio molto importanti. Una indagine, seppure non recentissima, stima che solo una famiglia su tre, riuscirebbe a fare fronte ad una spesa imprevista di 10.000 euro. In aumento anche l’indebitamento, mediamente, circa 20.000 euro a famiglia, seppure ancora inferiore alle medie europee.
Pochi i benestanti veri, quelli con un patrimonio finanziario, lo ripeto, finanziario, di almeno 500.000 euro disponibili. Circa 500.000 famiglie, su un totale di oltre 25.000.000. Una buona parte della ricchezza finanziaria, circa 1400 miliardi, si trova parcheggiata sui conti correnti, in attesa di tempi migliori per gli investimenti.
In estrema ed oggettiva sintesi, questa è la situazione delle famiglie italiane: una ricchezza globale importante, soprattutto immobiliare, in prevalenza costituita della casa principale. Un significativo risparmio privato, essenzialmente ereditato, ove emergono disuguaglianze profonde e radicate. Molte le famiglie in povertà assoluta e relativa (poco meno del 20%). Poche quelle benestanti, con disponibilità finanziaria elevata (almeno 500.000 euro, tra il 2% ed il 2,5%). Volutamente, evito analisi, è solo uno spaccato del Paese, finalizzato a stimolare la riflessione sul passato, sul presente, sul futuro.

*Giornalista, Docente, Referente di sede d’esami universitaria

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui