Pari. Dal Piano Marshall al Recovery fund

Editoriali

Grazie al Fondo di recupero europeo, quasi certamente, arriveranno al nostro Paese importantissime e necessarie risorse. Le linee guida per l’utilizzo, si sviluppano in una trentina di pagine, venti diapositive, sei riforme o missioni. Il piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Duecento nove miliardi (208,8) dal programma “Next Generation Eu”. Con questi soldi, puntiamo a raddoppiare il tasso di crescita, portandolo in linea con la media Europea. Auspichiamo di aumentare il tasso di occupazione, portandolo in linea con la media europea.

Garantiremo la sostenibilità della finanza pubblica. Eleveremo gli indicatori di benessere. Incrementeremo l’equità e la sostenibilità ambientale. Ridurremo i divari territoriali. Promuoveremo persino il tasso di fertilità! In onestà, sembrano sogni, anzi, miracoli, deputati a strutture ben più elevate della politica, che troppo spesso, si accontenta di acquisire consensi.
Eludendo il pessimismo leopardiano, che mi spingerebbe ad altre considerazioni, evidenzio i principali campi d’intervento: digitale, infrastrutture, decarbonizzazione, istruzione, equità ed inclusione, salute. Per rovinare la festa di questo idilliaco programma, analizziamo nei dettagli la panacea di tutti i mali, sbirciamo nel sacco della Befana, che arriverà probabilmente in ritardo, in parte, si auspica, entro la prossima estate. La ripartizione dei “regali” merita una prima riflessione: Italia, prestiti 127 miliardi, sussidi (a fondo perduto) 81 – Spagna, prestiti 90, sussidi 72; Francia prestiti ZERO, sussidi 40; Polonia, prestiti 38, sussidi 33; Germania prestiti ZERO, sussidi 26; Grecia, prestiti 13, sussidi 20. Mi fermo ai primi sei, per gli altri, tutto molto ridotto. Appare chiaro anche ad un inesperto in materia: il totale dei nostri prestiti, ergo debiti, è di poco inferiore alla somma totale degli altri cinque Paesi. Per essere chiari, l’Italia, si indebiterà per ulteriori 127 miliardi. Nel nostro Paese, sono tutti estremamente felici! Infatti, è veramente meraviglioso aggiungere 127 miliardi alla nostra drammatica situazione debitoria (seppure non incrementando direttamente il debito pubblico italiano). È altresì consolante, il fatto che ci indebiteremo ulteriormente, per una cifra di poco inferiore agli altri cinque Paesi insieme. Inoltre, Spagna e Portogallo, valuteranno se accettare o rinunciare ai prestiti, Francia e Germania sono già a zero (salvo aggravamenti causati dalla pandemia). Domando: vi sembra una situazione per la quale dobbiamo essere così entusiasti? Di certo, ne abbiamo estrema necessità. Gli anni infiniti di accumulo di debiti ci hanno pesantemente indebolito. La politica del consenso è il male presunto, porta elargizioni a pioggia, anziché tagliare i costi di una macchina che non possiamo permetterci. Abbiamo viaggiato in fuoriserie, senza averne i presupposti economici. Di fatto, il “ Recovery Found”, a parte gli 81 miliardi di sussidi a fondo perduto, sarà un nuovo debito in carico alle future generazioni, in aggiunta, all’immenso debito pubblico.
Per concludere, evidenzio solo un dato, finalizzato a stimolare una profonda riflessione sulla situazione italiana, soprattutto, sul futuro dei nostri figli e nipoti. Il nostro debito pubblico, al 31 dicembre 2019, era di 2.410 miliardi. Ad agosto, ultimo dato presumibilmente corretto, 2.578,9 miliardi. Non serve un Master in economia, per comprendere che 2578-2410 è uguale a 168. Sono i miliardi che abbiamo speso a debito, dall’inizio dell’anno ad oggi, e siamo ancora in piena pandemia! Una cifra stratosferica, peraltro, molto vicina all’intero importo del “Recovery Found”, con il quale, presumiamo ed auspichiamo di “cambiare e salvare l’Italia”. Buona fortuna a tutti noi !

*Giornalista, Docente, referente di sede d’esami universitaria

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