Papà per scelta: «Si diventa genitori prendendosi cura dei figli»

Carlo Tumino e Christian De Florio si sono conosciuti a Rimini, sorteggiati insieme per giocare a un torneo di beach volley. La loro storia d’amore è cominciata così e ora sono una famiglia: in virtù della maternità surrogata hanno avuto due gemelli nati negli Stati Uniti – i bambini hanno appena compiuto 4 anni – e la loro vita quotidiana è raccontata su Instagram attraverso il profilo @papaperscelta, seguito da 200mila follower. Sono una famiglia tutta al maschile che ha a cuore la diffusione della cultura sull’omogenitorialità. La loro storia è raccontata nel romanzo Quattro uomini e una stella (Rizzoli), dal 3 maggio in libreria.

Per chi è questo libro? Carlo e Christian rispondono insieme.

«Lo abbiamo scritto per i nostri figli, questo libro vuole essere per loro un punto di riferimento, tra queste pagine potranno trovare risposte, soprattutto quando saranno adolescenti. E poi per tutte quelle persone che ambiscono a costruire una società più inclusiva e per tutti quei ragazzi che ancora faticano a pensare di vivere senza sentirsi in colpa rispetto al loro orientamento personale. Vorremmo raggiungere più persone, arricchire il lettore di punti di vista, questo libro è una porta aperta, racconta la nostra storia reale affinché il lettore possa conoscerla. Nel nostro Paese ci sono ancora tanti tabù, etichette, pregiudizi, noi cerchiamo di scardinare certe convinzioni».

Cosa ha significato per voi diventare genitori?

«Riconosciamo di essere dei privilegiati, ricorrere alla maternità surrogata all’estero per noi che viviamo in Italia è l’unico percorso possibile per diventare genitori e comunque non sai mai se riesci poi a raggiungere l’obiettivo. Diventare genitori è una vocazione, prendersi cura è un’attitudine e poi quando lo diventi ti sorprendi. Questo Paese deve comprendere che una persona può essere un bravo genitore a prescindere dalla propria identità di genere. Si riconduce la serenità di un bambino alla composizione familiare ma occorre capire che esiste una forte vocazione genitoriale al maschile. Non esiste solo l’istinto materno, si deve parlare di istinto genitoriale, ci sono donne che non desiderano diventare madri e ci sono uomini omosessuali che hanno questo fortissimo istinto e non c’è cosa più bella del prendersi cura di un figlio desiderato. Serve questo per crescere delle brave persone».

Qual è la domanda più difficile che i vostri figli vi hanno fatto?

«Non c’è mai stato un momento di disagio, i bambini hanno una capacità di adattamento incredibile, in qualsiasi contesto nascono e crescono. Noi non abbiamo mai nascosto loro la verità: sanno che sono nati dalla belly mommy (“mamma di pancia”, nda) e li alleniamo ogni giorno alla verità e all’inclusione, cerchiamo anche di anticipare certe domande, l’allenamento alla verità è un esercizio di vita. Se proprio dobbiamo pensare a una domanda scomoda tipo “dov’è la mamma?” questo loro non lo hanno mai chiesto, per loro siamo noi due papà la loro famiglia. Loro sanno che ci sono tanti tipi di famiglia e diverse tra loro e che non ne esiste per questo una migliore o una peggiore. Il libro parla della nostra esperienza di famiglia e la nostra è una realtà che abbraccia, che include, che vuole abbattere tabù e barriere. Trasmettiamo un messaggio di inclusione. Ci auguriamo che anche i lettori con dei pregiudizi alla fine abbiano desiderio di conoscerci e di abbracciarci».

Voi coltivate un contatto con la “belly mommy”, Krista. Fa parte del percorso di maternità surrogata o è una scelta personale?

«Sicuramente in Paesi fortemente liberali come quelli del Nord America questo è un atto dovuto. In altri contesti, prettamente commerciali ed estranei alla nostra esperienza non è così. Noi proviamo gratitudine per la donna che ci ha fatto un dono e teniamo un contatto con lei perché le siamo riconoscenti, perché è scattata un’empatia. Non pensavamo potesse essere così ma poi ci siamo resi conto di questo legame da coltivare con reciprocità».

Cosa rispondete a chi vi considera persone che hanno sovvertito le regole naturali di procreazione?

«Riguardo a questo vi è una strumentalizzazione religiosa e politica anche pericolosa. Quello della procreazione naturale è un messaggio che preclude la possibilità di diventare genitori anche, ad esempio, alle coppie eterosessuali e sterili. Essere genitori non significa procreare, si diventa genitori nel momento in cui ti prendi cura dei tuoi figli e questa lo si dimostra ogni giorno. Vorremmo che le persone la smettessero con quel tarlo del “come sono stati concepiti i bambini” ed essere osservati per quello che noi facciamo con i nostri figli. Se davvero vogliamo fare un salto nella società civile non ci devono più essere discriminazioni riguardo i diversi modelli familiari».

Perché leggere il vostro libro?

«Noi siamo riusciti a coronare il sogno di diventare genitori, lo abbiamo fatto liberandoci dai giudizi che questa società ci ha inculcato. Ciascuno ha il dovere di allenare la propria coscienza critica e lo si può fare leggendo questo libro: invitiamo a spegnere la tv, a smettertela di scrollare i social, a leggere la nostra storia per conoscere la nostra realtà e farsi un’idea propria partendo dalla lettura».

Christian De Florio, Carlo Tumino, “Quattro uomini e una stella”, Rizzoli, Milano, 2022, pp. 288, euro 18

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