La panchina di Lucio Dalla alla darsena di Rimini

Rimini

«Penso a quest’opera da cinque anni, il fatto che il Comune di Bologna non l’abbia voluta mi ha colpito e ho deciso di farmi avanti». Così il patron del gruppo Italia 7Gold, Luigi Ferretti, poco prima di svelare ieri nella sede dell’emittente la panchina di Lucio Dalla realizzata dallo scultore Carmine Susinni. Intitolata "All’amico Lucio" e negli ultimi anni apparsa a Expo 2015, al casinò di Sanremo e a Matera capitale europea della cultura, l’installazione a Bologna era già stata in piazza de’ Celestini, sotto la casa del cantautore scomparso nel 2012, ed ora dunque torna nella sua “sede naturale”. La panchina sarà accessibile gratuitamente da fan e amanti dei selfie nella stessa sede di 7Gold-Radio Italia Anni ’60, in via dell’Arcoveggio (tutti i giorni dalle 8 alle 18, la domenica dalle 9 alle 13). Ma non solo. Da giugno a settembre l’opera traslocherà in Riviera, al Marina di Rimini: proprio qui, dal 2003 al 2008, Dalla è stato direttore artistico per la manifestazione “Blu Rimini” e qui custodiva “Brilla&Billy”, il suo yacht sul quale ha trascorso tante estati. Tra dicembre e gennaio, poi, la panchina di Susinni tornerà di nuovo a Bologna, dove sarà visitabile in un cortile di un un palazzo storico del centro ancora da annunciare. «Ho acquistato l’opera dall’artista per il valore sentimentale che rappresenta, per me e anche per il gruppo che guido. Dalla e io eravamo vicini di casa, da ragazzi abbiamo suonato insieme in tante cantine della città», dice Ferretti a fianco di Susinni, nel corso della conferenza al centro congressi di Italia 7Gold. È intervenuto con un videomessaggio durante la conferenza di ieri anche Vittorio Sgarbi, che aveva curato l’installazione in bronzo e acciaio in chiave Expo: «Spero di vedere presto anche quest’opera. Certamente, in entrambe le opere è più importante Dalla dello scultore, ma questo non vuol dire che non siano capaci e bravi: hanno indovinato un soggetto che ha consentito di far vedere a tutti le proprie opere, così come Andy Warhol aveva fatto quando aveva scelto come soggetti Marilyn Monroe, Agnelli e Mao»

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